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“Benvenuti a Velenitaly” ultimo atto. La Corte d’Appello di Trento ribalta la sentenza del Tribunale di Rovereto: l’articolo del direttore di “Mille Vigne”, Maurizio Gily, non era diffamatorio. Paolo Tessadri (L’Espresso) pagherà le spese processuali

La vigilia di Vinitaly 2008, come in molti ricorderanno, fu scossa da un articolo pubblicato pochi giorni prima da L’Espresso, “Benvenuti a Velenitaly”, firmato da Paolo Tessadri, che raccontava di una grande quantità di vino “avvelenato” sequestrato tra la Puglia ed il Veneto. Il pezzo, in poche ore, gettò ombre lunghissime su tutto il settore, nonostante la frode, che pure ci fu, consisteva nel vecchio metodo dell’allungamento dei mosti con acqua e zucchero. Nulla di pericoloso per la salute dunque, come confermeranno, in seguito, due Ministri ed il Procuratore di Taranto.
L’articolo, purtroppo, minò in profondità la credibilità del mondo del vino e, tra chi criticò aspramente, dati alla mano, il contenuto “bufala” dell’articolo, c’era il direttore di “Mille Vigne” (www.millevigne.it), Maurizio Gily, che dedicò un intero articolo alla vicenda ed al suo punto di vista, ricevendone, in cambio, una denuncia per diffamazione. Che portò, nel dicembre 2013, ad una sentenza di colpevolezza in primo grado da parte del Tribunale di Rovereto che, comunque, non ha mai messo in dubbio la veridicità delle argomentazioni di Gily.
Sentenza ribaltata dalla sentenza della Corte d’Appello di Trento, di cui ancora non si conoscono le motivazioni, ma è una bella notizia prima di tutto per il vino italiano, troppo spesso alla gogna senza alcun motivo, quindi per il giornalismo e per il diritto di critica.

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