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Esclusiva Winenews: Roberto Conterno (Monfortino) compra vigneti a Barolo nel cru Arione (Serralunga d’Alba) di Gigi Rosso. Ultimo passaggio di mano “interno” in un territorio dove pochissimi vendono, a quotazioni stellari (oltre 1 milione ad ettaro)

Italia
La Cascina e Vigna Arione, in una foto di Bruno Murialdo

Difficile, quasi impossibile, comprare vigneti destinati alla produzione di Barolo: le quotazioni sono alle stelle, per le terre (2.067 ettari in tutto, in 11 Comuni, divisi tra 670 aziende per una produzione di 12,7 milioni di bottiglie all’anno, il 78% all’export) dove si produce uno dei più grandi vini d’Italia e del mondo. E quasi nessuno vende. Ma quando qualcosa finisce sul mercato, i compratori (che, spesso, sono altri produttori del territorio, “artigiani” e non solo del grande vino piemontese che, negli anni, hanno accumulato liquidità e oggi possono investire, diversamente da come accade in tanti altri territori prestigiosi del vino italiano, ndr) non ci pensano due volte, anche a costo di pagare cifre da capogiro. E, negli ultimi tempi, qualche caso si è verificato. Per esempio, il barolista Roberto Conterno, alla guida della cantina Giacomo Conterno, che produce il “Monfortino”, una delle etichette più preziose d’Italia nel mondo, è il nuovo proprietario del cru di Barolo Arione a Serralunga d’Alba. Lo ha acquistato dai fratelli Maurizio e Claudio Rosso, titolari della cantina Gigi Rosso di Castiglione Falletto. L’atto è stato firmato da poche ore. Nei mesi scorsi già un importante gruppo americano si era interessato alla Vigna Arione, uno dei cru o meglio delle Menzioni geografiche aggiuntive più importanti e conosciute della zona dove si produce Barolo. L’accordo non è andato a buon fine. La famiglia Rosso ha, infine, scelto di cedere la vigna all’azienda Giacomo Conterno: nove ettari in tutto, di cui tre e mezzo coltivati a Nebbiolo da Barolo, uno a Barbera d’Alba, un altro a Nebbiolo d’Alba e 3,5 con bosco pregiato da tartufo bianco d’Alba.
“È stata una scelta consapevole e convinta - dicono, in esclusiva a WineNews, i fratelli Rosso - Roberto ha un grande sogno e progetto sul Barolo che unirà la sua Cascina Francia con l’Arione. Ne siamo contenti. Lo realizzerà solo dal 2019. Le annate fino al vendemmia 2014 sono ancora firmate dalla Gigi Rosso”. Sul prezzo viene tenuto il massimo riserbo, ma si parla di una cifra molto alta. I fratelli Rosso tengono a precisare che “la vendita riguarda solo la Vigna Arione, non la Cantina Gigi Rosso che resta interamente di proprietà della famiglia. Questa transazione - commentano - consentirà la massima qualificazione del cru Arione e consentirà alla nostra cantina di pensare ad un nuovo piano di investimenti e rilancio in vigna e in tecnologia, e nel rafforzamento del marchio Gigi Rosso, che rappresenta il core brand dell’azienda”. Oggi la Gigi Rosso produce 200.000 bottiglie ed esporta il 70%.
L’Arione venne affittato negli Anni Sessanta da papà Gigi Rosso, 84 anni, patron dell’azienda. Il Nebbiolo da Barolo veniva allora venduto al grande Bruno Giacosa, che, per alcuni anni, produsse un Barolo Arione. Fino agli Anni 70, quando Gigi decise di comprare le vigne degli allora proprietari i Candiani Rosemberg dell’omonima banca milanese, e cominciò la vinificazione in proprio del suo Barolo. Dopo 40 anni quei filari magici sul bricco di Serralunga d’Alba cambiano di mano, passando ad uno dei più grandi interpreti del Barolo. Una curiosità: lo scrittore Henning Mankell fa bere un Arione 2002 alla protagonista del suo libro “Il cinese” (“The Man from Beijing”).
Ma quella dei Rosso non è stata l’unica realtà del Barolo a passare di mano negli ultimi tempi. La storica cantina Pio Cesare, che ha sede nel cuore di Alba, a fine 2014, ha comprato vigna nel cru Mosconi, a Monforte d’Alba (8 ettari in tutto, secondo diverse fonti, in prevalenza a Barolo, ma anche a Barbera e Dolcetto, ndr), e anche un altro nome top del Barolo, la Paolo Scavino, cantina di Castiglione Falletto guidata da Enrico Scavino, sta per comprare vigneti nel Ravera, cru storico nel Comune di Novello, come conferma la stessa azienda a WineNews. E anche il gruppo americano che si era fatto avanti per i vigneti dell’Arione della Gigi Rosso starebbe per chiudere un altro affare di prestigio, acquistando vigna dall’azienda Cascina Bruni Giuseppe Veglio di Serralunga d’Alba (stando ai rumors sarebbero già state recapitate le lettere ai confinanti di Cascina Bruni, che volessero eventualmente far valere il diritto di prelazione previsto per l’acquisto di terreni confinanti, ndr).
Tutti affari sulle cui cifre viene tenuto il massimo riserbo, ovviamente, ma stando ai ben informati, tra la scarsità di ettari a Barolo effettivamente sul mercato, e il prestigio di un vino e di un territorio (le Langhe sono da poco il primo “Territorio Vinicolo” Patrimonio Unesco), si arriva senza troppa fatica a quotazioni che vanno oltre 1 milione di euro ad ettaro.
Perché il mondo è grande, il Barolo tira, come dimostra il fatto che quasi 8 bottiglie su 10 finiscono all’estero, e che i grandi nomi del più celebre dei rossi del Piemonte sono sempre tra i protagonisti delle grandi aste internazionali. E i terreni da cui nasce questo grande vino, oggi, valgono davvero più dell’oro. E c’è chi sostiene che, ancora, i prezzi, per chi vuole e può comprare, siano destinati a salire ...

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