New York si riprende la scena, e torna protagonista nel mondo delle aste, come testimonia il risultato di tutto rilievo dell’ultima vendita all’incanto di Zachy’s, che, nella Grande Mela, grazie ai vini di Borgogna, ha toccato i 7,5 milioni di dollari

New York si riprende la scena, e torna protagonista nel mondo delle aste, come testimonia il risultato di tutto rilievo dell’ultima vendita all’incanto di Zachy’s, che, il 26 e 27 febbraio, nella Grande Mela, grazie ai vini di Borgogna, ha toccato i 7,5 milioni di dollari. Una rinascita sottolineata anche dal managing director della casa d’aste Usa, Jamie Pollack: “dopo anni di leadership in mano ad Hong Kong, nel mondo delle aste di fine wine, sembra proprio che New York stia rinascendo”. A farla da protagonista, neanche a dirlo, i “soliti sospetti”, ossia gli oltre 165 lotti di Domaine de la Romanée-Conti, che hanno realizzato 1,9 milioni di dollari. Tra i lotti top, una jeroboam di La Tâche 1971, battuta a 44.100 dollari e 12 bottiglie di diversi cru del 1990, che hanno raggiunto i 67.375 dollari. Da segnalare anche una verticale delle annate 1979-2003 di Krug Clos Du Mesnil, che ha superato tutti, con 81.550 dollari.
Ma non c’è solo Zachy’s, perché il 22 febbraio Acker ha ospitato la vendita dell’ultima tranche della collezione di Martine Saunier, che ha registrato aggiudicazioni ben al di sopra della media, per un totale di 4,4 milioni di dollari. Anche in questo caso, a comandare è stata la Borgogna, con 17 dei 25 lotti top rappresentati dai vini di Henri Jayer, ed altri 7 di Domaine de la Romanée-Conti e Rouget. Il miglior risultato assoluto è stato mesos a segno, curiosamente, dallo stesso lotto che aveva sbancato all’asta di Saunier ad Hong Kong, una cassa (di cartone) di Henri Jayer Cros Parantoux 1999, battuta a 148.200 dollari.