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Il vino italiano nell’agenda di Governo: dal Testo Unico (pronto per Vinitaly, come anticipato da WineNews e annunciato Fiorio, vice presidente Commissione Agricoltura) al Piano per il made in Italy firmato ieri, dove il vino ha ruolo fondamentale

“Sarà pronto per l’inaugurazione del Vinitaly il nuovo Testo Unico sul vino”: lo hanno annunciato Massimo Fiorio, parlamentare Pd e vice presidente della Commissione Agricoltura alla Camera, e Colomba Mongiello, deputato Pd, confermando quanto anticipato ieri da WineNews dalla presentazione di Vinitaly 2015 (Verona, 22-25 marzo) a Roma. Dove il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina ha rilanciato l’impegno del Governo a supporto del vino italiano, sottolineando che “Verona sarà proprio l’occasione per fare insieme il punto delle cose fatte e per lanciare i nuovi obiettivi oltre l’Expo2015, tra questi il Testo Unico sul vino, per la riorganizzazione e il riordino del comparto, e ribadito la collaborazione messa in atto nel tempo con Veronafiere per l’attuazione di politiche di sviluppo economico e di promozione del made in Italy sui mercati internazionali.
Un made in Italy a sostegno del quale, sempre ieri, il Ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi, ha firmato il decreto di attuazione per il Piano di promozione straordinaria e l’attrazione degli investimenti in Italia - dando il via agli stanziamenti da 260 milioni di euro che avranno tra gli obiettivi quello di aumentare l’export di 50 miliardi di euro in 3 anni - e che, ha spiegato Martina “mobilita risorse sei volte in più del passato, per la prima volta pone l’agroalimentare al centro di un sistema integrato (coinvolge 5 Ministeri, ndr) e il settore vitivinicolo ha un ruolo fondamentale”. Del resto com’è noto, l’obiettivo per il vino, lanciato lo scorso anno dal presidente del Consiglio Matteo Renzi in visita a Vinitaly, è di incrementare l’export del 50% entro il 2020 (nel 2014 dovrebbe assestarsi attorno a 5,1 miliardi di euro, su 14 miliardi di euro di fatturato).
“Per quanto ci riguarda - ha sottolineato Martina - l’obiettivo di quest’anno resta il Testo Unico per il vino. Sono convinto che un lavoro serio tra Governo e Parlamento possa portare davvero alla definizione di uno strumento in grado di aiutare tutto il sistema”. “Il nuovo testo che stiamo chiudendo in questi giorni per essere poi discusso dalla Camera - ha precisato Fiorio, relatore del provvedimento del Testo Unico del vino italiano - tiene conto di un ampio e articolato confronto che ha raccolto le proposte ed i contributi delle associazioni di categoria e dell’intera filiera produttiva”.
Dalla semplificazione all’internazionalizzazione, oltre al Ministero dello Sviluppo Economico, il Piano di promozione straordinaria del made in Italy coinvolge invece altri cinque Ministeri: alla cabina di regia co-presieduta dal Ministro Guidi e dal Ministro degli Affari Esteri Paolo Gentiloni, hanno infatti partecipato ieri anche il Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, il Ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina e il sottosegretario del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali Francesca Baracciu. Ma ad essere interessati direttamente sono anche Ice, Cdp, Simest, Conferenza Regioni, Confindustria, Unioncamere, Rete Imprese Italia, Abi e Alleanza Cooperative.
Obiettivo prioritario del Piano è quello di incrementare il volume dell’export, aumentando i flussi di export di beni e servizi di circa 50 miliardi di euro entro il triennio. Un target raggiungibile accrescendo il numero di imprese esportatrici e trasformando le aziende potenzialmente esportatrici in esportatrici abituali. Negli ultimi anni, spiega il Mise, il numero medio di imprese che operano con l’estero si è infatti aggirato intorno alle 200.000, ma altre 20.000 potrebbero diventare “stabilmente esportatrici” (tra le 70.000 che ne hanno le potenzialità).
Il Piano punta anche ad accrescere la capacità di intercettare investimenti esteri, con l’obiettivo di ottenere 20 miliardi di dollari di flussi aggiuntivi, e allo stesso tempo mira a sfruttare le opportunità legate alla crescita della classe media nei mercati emergenti, particolarmente attratta dai prodotti italiani. Tra i settori e le imprese che godranno di una particolare valorizzazione figurano quelli legati all’agroalimentare, anche per la coincidenza con Expo2015. In occasione dell’evento, verrà quindi proposto un segno distintivo unico dell’agroalimentare italiano e partirà un piano di valorizzazione delle produzioni di eccellenza con attività promozionali ad ampio raggio, anche a tutela dei marchi e delle certificazioni di qualità ed origine. Allo stesso tempo verrà portato avanti un progetto di comunicazione contro l’“Italian Sounding”, in sinergia con i Consorzi di tutela e le associazioni di produttori agroalimentari e vitivinicoli Dop ed Igp”.
La Coldiretti ha ricordato che l’“Italian Sounding” solo nell’agroalimentare (che ha chiuso il 2014 con il record storico all’export per un valore di 34,3 miliardi di euro), sviluppa un fatturato di oltre 60 miliardi di euro, quasi il doppio dei prodotti originali, e “costa” all’Italia 300.000 posti di lavoro che si potrebbero creare contrastandolo.

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