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I distretti wine & food al top: 5 su 15 tra quelli migliori per crescita e redditività, per Intesa San Paolo. sono legati al vino e al vino (Chianti, Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene e vini veronesi) e al cibo (industria dolciaria piemontese)

Che il wine & food made in Italy siano tra gli asset economici strategici del Belpaese è un fatto. L’ennesima conferma arriva dal “Rapporto Annuale sull’Economia e Finanza dei distretti industriali 2014” di Intesa San Paolo. Tra i primi 15 distretti per performance di crescita e redditività, infatti, ben 5 sono legati direttamente al vino e al cibo: quello dei vini del Chianti (posizione n. 2), quello del caffè, confetterie e cioccolato torinese (n. 3). quello del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene (n. 9), quello dei vini del veronese (n. 10) e quello dei dolci di Alba e Cuneo (n. 11). Senza considerare quello della “food machinery” di Parma (n. 14).
Ennesima indicazione che l’Italia che cresce di più è quella legata al suo saper fare legato al vino e al cibo, e che ottenere grandi risultati è più facile, o meno difficile, dove si ragiona in una logica di sistema. “I distretti alimentari censiti dall’Istat sono 15 con 7.326 unità locali e 72.810 addetti e - commenta la Coldiretti - potrebbero avere un forte impulso dall’appuntamento dell’Expo. Dai distretti alimentari viene un importante contributo all’export che, nel 2014, ha fatto registrare il record storico per i prodotti agroalimentari e bevande nazionali raggiungendo il valore di 34,3 miliardi, con un aumento del 2,4% sul 2013. Un risultato ottenuto nonostante le difficoltà che si sono registrate a seguito dell’embargo russo che ha sancito, a partire dall’8 agosto, il divieto all’ingresso di una lista di prodotti agroalimentari che comprende frutta e verdura, formaggi, carne e salumi, ma anche pesce. A spingere le esportazioni è stata, invece, la caduta del tasso di cambio dell’euro nei confronti del dollaro - conclude la Coldiretti - con effetti soprattutto per il mercato Usa. I 2/3 del fatturato realizzato all’estero si ottiene con l’esportazione di prodotti agroalimentari verso i paesi dell’Unione Europea, ma il made in Italy va forte anche nelle Americhe e nei mercati emergenti come quelli asiatici. Il prodotto più esportato è il vino, ma rilevanti sono anche le spedizioni all’estero di ortofrutta, quelle di pasta e di olio di oliva”.

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