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Sagrantino, il segreto è nel tannino, che, per tipologia e concentrazione, rende unico al mondo vitigno e vino principe di Montefalco. Lo spiega Fulvio Mattivi (Fondazione Mach di San Michele all’Adige). Focus: i migliori assaggi by Antonio Boco

Italia
Fulvio Mattivi della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige

Il Sagrantino di Montefalco, vino dalle antiche radici, “scoperto” nel Medioevo dai Francescani, che ne fecero il loro vino da Messa, oggi è uno degli alfieri più importanti del made in Italy enoico, dopo essere stato salvato dalla scomparsa e rilanciato nel mondo dalla cantina Caprai. Un vino che è motore di un intero territorio, e forte di una unicità che lo distingue a livello mondiale da ogni altro vino e vitigno del pianeta, ovvero “la tipologia e la concentrazione dei tannini”. Lo spiega, a WineNews, Fulvio Mattivi della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige (www.fmach.it) che, oggi, nella cittadina umbra, ad “Anteprima Sagrantino 2011” (annata valutata a “5 stelle”, ndr), ha presentato lo studio “Il Montefalco Sagrantino si riconosce dal suo tannino”, realizzato con il Consorzio di Tutela dei Vini Montefalco (www.consorziomontefalco.it).
“Il Sagrantino, per la composizione genetica del vitigno - spiega Mattivi - accumula quantità di tannini superiori a qualsiasi altro vitigno al mondo nella buccia del chicco d’uva, che sono facilmente estraibili, e in una concentrazione maggiore a qualsiasi altro vitigno conosciuto, idoneo a produrre dei vini eleganti Da questo punto di vista, analiticamente parlando e semplificando, si può dire che il Sagrantino inizia dove gli altri vini finiscono”. Il “segreto” vero, continua Mattivi, “è la struttura intima del tannino, la sua composizione, leggermente diversa da quella di altri vitigni, ma sufficientemente diversa da rendere il vino meno astringente, ed ecco perché è possibile avere un Sagrantino fine, anche con 4 grammi litro di polifenoli, che sarebbe intollerabile in qualsiasi altro vino di qualità. Gli altri vitigni internazionali che si usano per vinificare, sono collocati tutti molto al di sotto per concentrazione dei tannini. Di solito, da questo punto di vista, si cita il Tannat dell’Uruguay, ma il Sagrantino si colloca nettamente al di sopra del Tannat stesso”.
Una caratteristica unica, dunque, che va ovviamente valorizzata. “E questo è possibile riconoscendogli questa sua natura di vitigno e vino muscoloso, con struttura, corpo e astringenza rilevantissima, che va rispettata e valorizzata al massimo con il giusto affinamento, senza portarlo su lidi dove si confonderebbe con alti vitigni quotidiani. E poi spiegando che, dal vista nutrizionale, pur con tutte le cautele del caso perché si parla sempre di una bevanda alcolica, permette di assumere in buona quantità, pur bevendone poco, tannini e procianidine, che sono una classe di composti molto interessante, che caratterizzano frutti e alimenti come la mela o il cacao nero”. Insomma, un’unicità mondiale, nella già esclusiva ricchezza di vitigni autoctoni che l’Italia ha, da valorizzare al massimo.

Focus - I migliori assaggi di Montefalco Sagrantino 2011 per WineNews, curati da Antonio Boco
Annata a “5 stelle”, la 2011 che debutta sul mercato, quella del Sagrantino di Montefalco, stando ai giudizi del Consorzio di Tutela dei Vini di Montefalco, che ha promosso la sua prima “Anteprima Sagrantino” ufficiale, ieri ed oggi a Montefalco. Ed ecco, alla prova del calice, i migliori assaggi di WineNews, curati da Antonio Boco. Con la doverosa premessa che molti vini in assaggio non sono ancora stati imbottigliati, e, dunque, alcuni campioni non erano perfettamente “leggibili”…
Tra i vini che ci hanno colpito di più si parte con il Sagrantino 25 Anni della cantina simbolo, Arnaldo Caprai, il vino più noto a livello internazionale, che ci regala una versione di potenza e complessità. Ha più volte dimostrato di reggere l’invecchiamento come pochi, dunque è davvero presto per un giudizio definitivo. Però promette benissimo.
Poi i vini di Tabarrini stanno trovando ancor più carattere e qualità stilistica. La dimostrazione è un filotto di Sagrantino notevole con la punta Colle alle Macchie, rosso dallo sviluppo naturale e saporito. Vino carezzevole e perfetto, per allungo e qualità tannica, il Colleallodole di Milziade Antano, tra i pochi vini ad essere in bottiglia da qualche mese, e si sente. Profilo voluttuoso e raffinato, denso ed elegante. Astro nascente del firmamento enologico di Montefalco, il Sagrantino firmato Bellafonte è ancora una volta nel lotto dei migliori. Fragrante, delicato, con tocco tostato pregevole ed elegante, ha splendida progressione e sorso godibile. Naso bellissimo con richiami di sottobosco per il Sagrantino di Bocale, quasi borgognone nel profilo aromatico. Bocca di grande eleganza e potenza, equilibrio e complessità. Austeri ed eleganti, di perfetta estrazione magnifica trama tannica, i vini della famiglia Livon, che sta interpretando magnificamente il terroir di Montefalco, come dimostra il Fattoria Colsanto.
Colore più scarico di altri Sagrantino, invece, quello di Romanelli, ha gusto e sostanza. Naso ricamato su cenni di fragoline e terra bagnata, con puntelli speziati davvero notevoli. Bocca calda, tannino ancora giovane.
Forse più indietro di altri, il Sagrantino firmato Antonelli è, comunque, vino su cui scommettere. Ha profilo classico, terroso, austero ma elegante, con intriganti richiami di macchia mediterranea. Denso e di bella complessità, intenso, ricco di frutti rossi e neri con rimandi balsamici, il Montefalco Sagrantino Scacciadiavoli impressiona per equilibrio e tessitura. Sagrantino molto classico, inevitabilmente indietro in questa fase, quello di Adanti. Le note terrose, speziate, di frutta selvatica si amalgamano ad un sorso duro ma di grande fascino. Da seguire nel corso dell’evoluzione in bottiglia.

Focus - Sagrantino di Montefalco, motore dell’economia del territorio
Dal 2000 ad oggi, con una superficie di vigneti Docg quintuplicata (da 122 a 650 ettari) e la nascita di 30 nuove cantine, la produzione del Montefalco Sagrantino Docg è triplicata, passando da 660.000 bottiglie a oltre 1,5milioni per un giro d’affari di 100 milioni di euro. Dati che influiscono, anche e soprattutto, sull’economia del territorio che ha registrato, nel 2013, un +3% di occupazione e un +36% di attività produttive con un’impennata del +17% di presenze turistiche.
“Questi risultati sono frutto della dedizione e dell’impegno delle aziende vinicole di questo territorio che hanno saputo affrontare con tenacia le difficoltà imposte dalla crisi del nostro settore. Li dobbiamo anche al supporto continuo del Comune di Montefalco e della Regione Umbria nella promozione di questa anteprima e di tutti i nostri progetti - dice Amilcare Pambuffetti, presidente del Consorzio Tutela Vini Montefalco - il nostro prossimo obiettivo sarà potenziare l’aspetto qualitativo dell’intera filiera, partendo dalla presentazione di un nuovo disciplinare, e continuando a puntare sulla formazione tecnica grazie alla quale, quest’anno, siamo riusciti a raggiungere il traguardo di 5 milioni di bottiglie vendute, il valore più alto in assoluto per la nostra denominazione”.
“Il Sagrantino - ha commentato Riccardo Cotarella, presidente Assoenologi e presidente del Comitato Scientifico del Padiglione Vino di Expo 2015 - è uno dei vini più ricchi di polifenoli e questo gli conferisce grande personalità. È un vino complesso, riconoscibile e oggi maggiormente fruibile. Ma è soprattutto un vino che parla del suo territorio perché non è ripetibile in nessun altro luogo con la stessa levatura qualitativa e una performance così specifica come quella che ottiene a Montefalco. Questa è la sua forza e quando un vino è così rappresentativo del suo territorio è da salvaguardare”.

Focus - Il progetto “GRAPEASSISTANCE_2015”
Da anni Montefalco, soprattutto grazie alla spinta e all’esempio di cantine pionieristiche, come Arnaldo Caprai, è un territorio sensibile e attento a progetti di innovazione in campo agricolo che hanno l’obiettivo di ottimizzare la qualità delle produzioni agrarie nel quadro di un miglioramento della sostenibilità ambientale, economica e sociale del modello d’impresa. In particolare il protocollo denominato “Montefalco 2015: the new green revolution”, nato nel 2008 e giunto a certificazione nel 2013, ha tracciato le linee guida dello sviluppo sostenibile del modello vitivinicolo locale influenzando i progetti di ricerca e di comunicazione territoriale (www.newgreenrevolution.eu).
In questo contesto nasce il programma “GRAPEASSISTANCE_2015” per lo studio di fattibilità dell’applicazione di un nuovo modello di assistenza tecnica per la gestione sostenibile del vigneto nel territorio del Consorzio Docg Sagrantino di Montefalco.
Il progetto, sorto con l’idea di contribuire attivamente allo sviluppo delle tematiche proposte dall’Expo 2015 di Milano, si propone di realizzare un sistema territoriale di gestione innovativa dei trattamenti fitosanitari in vigneto. Le variazioni meteorologiche dell’ultimo decennio, spesso imprevedibili, hanno accentuato l’esigenza degli agricoltori di avere a disposizione sistemi di supporto alle decisioni per ridurre le perdite di produzione connesse all’andamento dell’annata agraria. Tali sistemi (in inglese Decision Support Systems, Dss) sono oggi lo strumento migliore per fornire tutte le informazioni necessarie ed aggiornate per la gestione di una specifica coltura, malattia o infestazione. Il piano sperimentale prevede il coinvolgimento di 15 importanti cantine del territorio che, operando in regime di lotta integrata e biologica, producono Sagrantino Docg su una superficie complessiva di circa 500 ettari vitati. Il supporto scientifico verrà fornito dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza che coordinerà il Consorzio di Tutela Vini di Montefalco nella gestione della rete consortile delle stazioni meteo e nello sviluppo del piano sperimentale.
Attraverso l’analisi delle variabili meteorologiche rilevate in aree omogenee di Montefalco, e l’elaborazione dei modelli fitopatologici di infezione, il Consorzio sarà in grado di supportare le aziende pilota nella stesura di specifici piani di lotta fitopatologica, raccogliendo informazioni fenologiche utili alla caratterizzazione dell’annata agraria. Il progetto porrà così le aziende viti-vinicole al centro del processo decisionale (quali singoli utenti di un Dss di ultima generazione) e affiderà al Consorzio di tutela (in qualità di amministratore del sistema Dss) il ruolo di promozione, coordinamento e supporto a livello territoriale, come pure di assistenza alle aziende per l’uso del Dss stesso.
Il progetto si articola in tre fasi:
1. Installazione di stazioni meteo in comodato d’uso in alcune aziende (rappresentative del territorio) in numero non inferiore a 15 unità. A seguito di questa azione le aziende aderenti avranno accesso, direttamente da remoto, alle condizioni meteorologiche rilevate in tempo reale dalla stazione.
2. Attivazione di un contratto per la raccolta dei dati meteo delle stazioni territoriali e l’elaborazione di modelli previsionali distinti in aree micro-climaticamente omogenee. A seguito di questa azione l’amministratore del sistema sarà in grado di produrre informazioni precise sulle reali condizioni di sviluppo di patologie della vite nelle aree in cui insiste una stazione meteorologica collegata alla rete.
3. Divulgazione di bollettini fitosanitari basati sulla raccolta di dati in aree omogenee e sull’utilizzo di algoritmi appositamente studiati per rendere affidabile l’elaborazione delle informazioni. A seguito di questa azione verranno realizzate prove on farm di confronto tra la gestione "tradizionale" dell’azienda e quella realizzata utilizzando i bollettini fitosanitari emanati dal Consorzio di Tutela, nelle aziende di cui alla fase 1 (e/o in altre che si renderanno disponibili).
Con il progetto “GRAPEASSISTANCE_2015” il Consorzio di Tutela Vini di Montefalco intende valutare la fattibilità e i vantaggi di una gestione innovativa dei piani di lotta fitopatologica nei vigneti del territorio, capace di guidare nel breve periodo una riduzione della dipendenza dall’uso dei fitofarmaci. I risultati attesi sono la riduzione del 20-30% del numero dei trattamenti fitosanitari in vigneto con conseguente riduzione della dispersione dei prodotti chimici nell’ambiente, la riduzione del 30% del consumo di rame nei vigneti gestiti con il metodo biologico, un risparmio economico annuale sui 200 euro per ogni ettaro di vigneto trattato, la compilazione digitale e tracciatura del Quaderno di Campagna in conformità alla nuova Direttiva 128/2009 sull’uso sostenibile dei fitofarmaci.

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