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Il Sangiovese non fa per i vigneti Usa, che dopo aver puntato forte sul vitigno toscano, specie in Napa Valley, adesso si godono il successo di una varietà meno “nobile”, ma più consona alle peculiarità dei territori californiani: la Barber

La passione degli Stati Uniti per il vitigno nobile della viticoltura Toscana, il Sangiovese, ha prodotto, begli ultimi 30 anni, due risultati: da una parte l’amore indiscusso dei wine lover a stelle e strisce per i grandi vini di Toscana, dal Chianti al Brunello passando per i Super Tuscan, dall’altra l’ambizione di nobilitare il vigneto californiano con il grande autoctono italiano. Il boom arrivò 25 anni fa, quando diversi produttori della Napa Valley puntarono sul Sangiovese come alternativa di livello al “solito” Cabernet, compreso Piero Antinori, che a Stags Leap (insieme a Ted Baseler, ceo del colosso Ste. Michelle Wine Estates, ndr) ha piantato 32 ettari. I risultati, però, nel complesso, a parte qualche eccezione, riporta www.wine-searcher.com, sono stati deludenti, i Sangiovese californiani hanno dimostrato di non avere niente in comune con quelli toscani, ed anche il confronto con i Cabernet, sul mercato, è stato assai deludente.
Così, i winemaker Usa hanno pensato bene di rivolgere le proprie attenzioni verso un altro vitigno, decisamente più consono alle peculiarità pedoclimatiche della California: la Barbera. Pioniere fu un wine merchant di Sacramento, Darrel Corti, che nel 1998, ad un seminario del gruppo “Cal-Ital”, consigliò di lasciar perdere il Sangiovese per il meno nobile vitigno piemontese. Così, dai primi anni 2000 è iniziato il declino del vitigno toscano (anche Antinori, nel 2006, ha convertito buona parte del vigneto di Sangiovese a Cabernet), ed il parallelo boom della Barbera. Non tanto in Napa Valley, quanto nelle zone vinicole meno prestigiose della California, come la Sonoma Valley, la San Joaquin Valley, le Sierra Foothills e Paso Robles. Il risultato è che oggi negli Stati Uniti ci sono 2.428 ettari vitati ad Amador County, per un vino piacevole, dal prezzo decisamente abbordabile e che ha già conquistato il palato di migliaia di “Millenials”, che amano abbinarlo ai grandi classici della cucina italiana, come pizza e spaghetti.

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