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Il vino italiano ha debuttato alla Borsa di Milano, con la quotazione, oggi, di “Italian Wine Brands”, che nasce dall’aggregazione di due giganti del business enoico del Belpaese, Giordano Vini e Provinco. E che punta già a nuovi partner per crescere

Il vino italiano ha debuttato alla Borsa di Milano, con la quotazione, oggi, di Italian Wine Brands, società che nasce dalla collaborazione di due giganti del business enoico del Belpaese, Giordano Vini e Provinco che, insieme, raggiungono un fatturato di 140 milioni di euro. Sul listino Aim, quello dedicato alle Pmi, per ora, “ma già nel 2015 puntiamo ad aggregare nuovi soci anche per arrivare presto nei listini principali”, spiega a WineNews Simone Strocchi, vicepresidente della società. Operazione, questa, promossa da Ipo Challenger spa (evoluzione della Spac, Special Purpose Acquisition Company, ovvero un cosiddetto veicolo di investimento contenente esclusivamente cassa, costituito specificatamente per raccogliere capitale), ideata da Electa Italia Srl e guidata da Simone Strocchi, Luca Giacometti e Angela Oggionni.

Le caratteristiche della società, che punta a diventare uno dei player più importanti del vino italiano all’estero, sono una bassa capitalizzazione sul fronte di terre e vigneti, con una propensione ad investire nel resto della filiera, “che va dal grappolo d’uva al mercato mondiale”, aggiunge Strocchi, “sfruttando la sinergia delle competenze delle due realtà con cui siamo partiti, Provinco (leader nei rapporti con la distribuzione) e Giordano Vini (specializzata nel servizio diretto al consumatore), in termini di produzione, imbottigliamento e distribuzione, e con questa filosofia stiamo già guardando all’aggregazione di nuove realtà italiane, non per forza di grandi dimensioni, ma compatibili con questo modello di business”. Sfruttando queste sinergie, per esempio, l’obiettivo che si ritiene realizzabile entro 12 mesi, è un risparmio di 3 milioni di euro all’anno sull’acquisto di vino, di vetro e “abbigliaggio” e sui costi di struttura. Il capitale flottante è intorno 62%, derivante dalla vendita delle quote degli attuali soci Ipo Challenger, mentre il 25% sarà detenuto da Giordano, e il 12% da Provinco.

Alla presidenza c’è un manager di grande esperienza del settore del food, Mario Resca (è stato per molti anni l’ad di McDonald’s Italia, ndr), che a Marco Fusi di Mf-Dow Jones News ha spiegato:
“questa prima aggregazione fornisce già notevoli economie di scala. Abbiamo altre aziende nel mirino. Credo che la massa critica sufficiente per questo settore possa essere sui 500 milioni di euro. Vogliamo un’azienda che, attraverso sia la crescita interna e sia la crescita esterna, deve arrivare ad una dimensione importante. Lo spazio c’è, in Italia”. Un nuovo modello di business enoico per l’Italia, dunque, che gli investitori sembrano salutare con un certo ottimismo visto che, a meno di un’ora dalla chiusura del primo giorno di contrattazioni, il titolo è quotato intorno agli 11 euro ad azione, con una crescita di oltre il 10%.

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