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“Non sono per gli estremismi, non dico che il vino va proibito. Ma una stretta su alcol e guida, e più controllo sull’accesso dei giovani all’alcol è necessario”. Così, a WineNews, Pietro Migliaccio, presidente Società Italiana Scienza Alimentazione

“Non sono per gli estremismi, e non dico per esempio che il vino va proibito tout court, perché è una bevanda che storicamente ha anche una grande valenza sociale. Ma più controlli sull’applicazione delle norme con regolano l’accesso dei giovani all’alcol, e norme più rigide sul tema alcol e guida, le trovo cose giuste”. Così a WineNews Pietro Migliaccio, professore e presidente della Società Italiana di Scienza dell’Alimentazione (Sisa), in vista del congresso del 29 gennaio a Roma, al Cra-Nut, che ha per tema “Bevande alcoliche: un problema sottovalutato”, in collaborazione con il patrocinio della Società Italiana di Alcologia.
“Quando dico che la proibizione della somministrazione di bevande alcoliche nei locali pubblici ai minorenni è perfettamente inutile se non si proibisce il loro acquisto anche nei supermercati, nelle enoteche e nei vari negozi al dettaglio, intendo chiedere che vengano fatti più controlli sull’applicazione della norma già in vigore che proibisce la vendita ai minorenni nei vari punti vendita da asporto, ma che, nei fatti, non viene rispettata. Quando mai, con i ritmi che fanno, si vede una cassiera chiedere il documento di identità ad un giovane che, magari, tra tante cose, compra anche una bottiglia?”.
Sul tema della guida, non ci sono dubbi, per Migliaccio: “sono troppi gli incidenti gravi alcolcorrelati, si parla del 31%, dove spesso oltre all’alcol si mischia anche la droga. Servono più controlli in questo senso. E più in generale ritengo che ci debba essere più attenzione su tanti comportamenti dannosi per la salute, come l’abuso di bevande gassate o zuccherate, il problema del fumo e così via”.
Fondamentale, per tutte queste cose, ricorda il professore, l’educazione, ed il lavoro dei media. Ma, intanto, come spesso accade, la via del “vietare per legge” sembra la più breve e comoda da percorre. Anche se, dimostra la storia, spesso è la meno fruttuosa.

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