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Stop a vendita di alcolici ai minorenni in supermercati, enoteche e negozi, e niente alcol per chi guida. Le proposte di Società Italiana di Scienza dell’Alimentazione, il 29 gennaio, a Roma, nel convegno “Bevande alcoliche: problema sottovalutato”

Il “partito anti alcol”, come via abbiamo raccontato spesso, hanno fatto sentire la loro voce, ultimamente, soprattutto in Inghilterra e in Francia, dove diverse organizzazioni premono i governi per una stretta, quanto meno, sul fronte della pubblicità e della comunicazione. Ma anche in Italia non manca chi invoca regola decisamente più severe di quelle attuali sul fronte della vendita e del consumo.

“La proibizione della somministrazione di bevande alcoliche nei locali pubblici ai minorenni è perfettamente inutile se non si proibisce il loro acquisto anche nei supermercati, nelle enoteche e nei vari negozi al dettaglio”.

Parole di Pietro Migliaccio, dietologo presidente della Società Italiana di Scienza dell’Alimentazione (Sisa). “La Società scientifica - si legge in una nota - ha ritenuto importante promuovere approfondire il tema dell’abuso dell’alcol proprio per diffondere un’azione profonda di educazione dei cittadini a tutti i livelli e in particolare rivolta ai genitori che devono controllare ed indurre i giovani a non bere bevande alcoliche”. Un appello ai legislatori perché stabiliscano un’alcolemia (tasso alcolemico) pari a 0 g/l per tutti coloro che guidano sarà rivolto nel convegno della società stessa, il 29 gennaio a Roma, al Cra-Nut, che ha per tema “Bevande alcoliche: un problema sottovalutato”, non a caso con i patrocinio della Società Italiana di Alcologia.

“Siamo anche per la conservazione dell’abitudine al consumo moderato di bevande - spiega Migliaccio - a basso contenuto alcolico poiché in tutte le società ha rappresentato il collante nei momenti conviviali”. Massima attenzione secondo il Presidente della Sisa deve essere posta alle possibili “adulterazioni delle bevande alcoliche e contemporaneamente è necessario che arrivi da parte dei produttori un messaggio di invito all’uso esclusivo di prodotti di alto livello”. Migliaccio poi avanza un suggerimento anche ai produttori di bevande alcoliche: “in attesa di una legge, se mai verrà, proporrei di stanziare l’1% dei loro proventi per costituire un fondo da dedicare all’educazione e al recupero delle persone con patologie legate all’alcol e pensare anche all’istituzione di centri di ricovero per i casi più seri”.

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