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Altro che moda: con 275.000 ettari vitati, il vigneto bio vale il 3,6% della produzione mondiale, per 6 milioni di ettolitri di vino. Al top, come raccontano i numeri di “Millèsime Bio”, Spagna Francia ed Italia, con il 73% dei vigneti bio del mondo

Le colture bio, in Italia come nel resto del mondo, non sono una tendenza passeggera, specie quando si parla di viticoltura, ma una solida realtà, che poggia il proprio successo sul concetto di sostenibilità a lungo termine: secondo gli ultimi dati analizzati da “Millèsime Bio” (www.millesime-bio.com), il salone francese del vino biologico di scena proprio in questi giorni a Montpellier, il vigneto coltivato secondo le regole dell’agricoltura biologica occupa 275.000 ettari (di cui il 30% in conversione), pari al 3,6% del vigneto mondiale (secondo i numeri di Agrex Consulting/Agence Bio pubblicati a luglio 2014, ndr), il che vuol dire una crescita dell’11% nell’arco di un anno, e del 164% dal 2007 al 2013.
La produzione di vini biologici (6 milioni di ettolitri) è, essenzialmente, concentrata in Europa: Spagna, Francia ed Italia, infatti, rappresentano il 73% della superficie mondiale dei vigneti bio. In termini di peso specifico nei singoli Paesi, invece, al top c’è l’Austria, con il 9,7% dei propri vigneti coltivati in maniera biologica, seguita da Francia (8,5%), Spagna (8,4%), Italia (7,9% e Germania (7,4%).
Ma come si comportano i vino bio sui mercati? Sempre secondo i dati Agrex Consulting/Agence Bio, nel 2011 sono stati esportati 2,36 milioni di ettolitri, ossia il 39% della produzione mondiale, contro una percentuale del 45% dei vini convenzionali. Abbastanza prevedibilmente, i principali Paesi produttori sono anche i principali esportatori: la Spagna rappresenta il 39% dell’export mondiale, seguita dalla Francia, al 19%, e dall’Italia al 17%.
Proprio la Spagna ha sviluppato una filiera quasi interamente destinata all’export, con consumi interni quasi inesistenti, mentre Francia ed Italia, al contrario, hanno visto crescere l’export delle proprie produzioni bio parallelamente alla crescita dei consumi interni: l’11,6% degli italiani, nel 2013, aveva bevuto, almeno una volta, un vino biologico (nel 2012 era stato solo il 2%), e la crescita annua delle vendite in gdo è, negli ultimi anni, secondo i dati di Nomisma Wine Monitor, del 4% annuo. I principali importatori sono la Germania ed i Paesi del Nord Europa, mercati precursori e storici ormai per il settore, mentre in Asia è in crescita il Giappone e, più recentemente, sono Usa e Canada a promettere bene, tornando a far bene dopo qualche anno di stop.

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