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Negli Stati Uniti ben 30 milioni di wine lover (un terzo dei 90 milioni di consumatori che si contano complessivamente nel Paese), scelgono il canale “Direct-to-Consumer”, come rivela la ricerca di Wine Intelligence sui dati degli ultimi 6 mesi

Negli Stati Uniti ben 30 milioni di wine lover (esattamente un terzo dei 90 milioni di consumatori che si contano complessivamente nel Paese), scelgono il canale “Direct-to-Consumer”, come rivela la ricerca di Wine Intelligence sui dati degli ultimi 6 mesi (www.wineintelligence.com). Sono tre i canali remoti dell’acquisto diretto di vino: i siti web dei retailer, gli acquisti diretti dalla cantina ed i wine club, oltre agli acquisti che seguono le visite in cantina, tema focale del report, e ancora il canale più popolare del settore “Direct-to-Consumer”, scelto addirittura da un americano su 4 negli ultimi sei mesi, mentre a stentare maggiormente è il canale dei wine club, scelto solo dall’11% dei wine lover.
Il consumatore tipo che sceglie il canale “Direct-to-Consumer” è generalmente giovane, piuttosto benestante e abbastanza curioso da essere attratto da una vasta gamma di stili e vini diversi, caratteristiche che rende il gruppo particolarmente interessante come obiettivo di marketing. Negli acquisti in cantina, inoltre, c’è una maggiore propensione a spendere qualche dollaro in più per una bottiglia rispetto a quanto accada negli altri canali “Direct-to-Consumer”, anche se il numero medio di bottiglie acquistate è inferiore.
“Anche se i volumi di vendita del canale “Direct-to-Consumer” non sono ancora eccezionali - spiega il country manager per gli Usa di Wine Intelligence Erica Donoho - crediamo fermamente che a breve possa rivelarsi una notevole fonte di reddito, soprattutto per le cantine di piccole e medie dimensioni, specie supportate dalla tecnologia e da normative in grado di sostenerne la crescita”. Ad esempio, uno degli ostacoli maggiori alla crescita del canale della vendita diretta al consumatore è rappresentato “dai costi della spedizione, che rappresentano una barriera per almeno il 25% dei wine lover degli Stati Uniti”.

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