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Caro Bordeaux ti scrivo. I più importanti wine merchant della Gran Bretagna firmano un appello destinato a châteaux e négociants bordolesi, per chiedere che i prezzi delle vendite en primeur tornino ad essere coerenti con le dinamiche di mercato

Italia
I più importanti wine merchant inglesi firmano un appello destinato a chateaux e négociants di Bordeaux ...

Che i vigneron di Bordeaux, sulla scia dei successi commerciali dei primi anni 2000, si siano fatti prendere un po’ la mano, specie nelle vendite en primeur, con continui rialzi di prezzo che hanno avuto il solo effetto di raffreddare l’interesse del mercato per i vini bordolesi, non è certo una novità. Si spiega così l’ascesa della Borgogna, ma anche delle grandi denominazioni italiane, in Usa e Gran Bretagna, dove i wine merchant più importanti, però, hanno decisamente a cuore il destino di un vino che hanno contribuito a rendere celebre in tutto il mondo nel corso dei secoli. Tanto da arrivare a compiere un gesto tanto simbolico quanto plateale: una lettere aperta, firmata da Armit Wines, Berry Bros & Rudd, Bordeaux Index, Corney & Barrow, Farr Vintners, Fine & Rare Wines, Justerini & Brooks, Lay & Wheeler, Majestic Wines, Seckford Wines, Wilkinson Vintners e The Wine Society, per chiedere ai produttori di Bordeaux di cambiare rotta. A riportarla, integralmente, è il magazine britannico “The Drinks Business” (www.thedrinksbusiness.com), ed il contenuto potrebbe davvero cambiare le dinamiche commerciali della produzione bordolese. “Come gruppo di commercianti che da lungo tempo supportano i grandi vini di Bordeaux - si legge nell’appello - e che vogliono continuare a vederli prosperare, siamo molto preoccupati per gli attuali livelli dei prezzi sul mercato di Bordeaux. La prospettiva di un’altra campagna en primeur di basso profilo, quest’anno, potrebbe creare un danno reale alla fiducia nei futures del vino, ma anche alla buona volontà dei consumatori nei confronti dei vini di Bordeaux. Vi invitiamo quindi a cercare una soluzione pratica. In generale - continuano i wine merchant - sentiamo che il mercato da tempo ha bisogno di un correttivo, per tornare quantomeno ai livelli di prezzo dell’annata 2008. I giorni inebrianti del 2010 e del 2011, quando l’Estremo Oriente era in piena espansione economica, sono ormai lontani, ma temiamo che a Bordeaux ci sia una certa riluttanza a prenderne atto, così come della realtà della situazione finanziaria attuale (...)”.
Quello che chiedono i wine merchant britannici, non solo agli châteaux, ma anche ai négociants ed ai commercianti, è di riacquistare, attraverso dinamiche di prezzo, la fiducia persa tra i consumatori, nella consapevolezza che se i prezzi delle annate 2010 e 2011 sono stati “gonfiati” dal fugace innamoramento degli investitori di Cina ed Hong Kong, le campagne per le annate successivo si sono dimostrate a dir poco deludenti, con enormi quantità di vino invenduto che, adesso, dovrà uscire dalle cantine a prezzi addirittura inferiori a quelli pagati da chi ha puntato sulle vendite en primeur. È questo, in fin dei conti, il punto nevralgico: in Gran Bretagna wine merchant e consumatori non sono più disposti a pagare in anticipo, investendo soldi e fiducia, per bottiglie che rischiano di non apprezzarsi in futuro.

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