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In Usa si respira ottimismo per la ripresa economica, e questo contagia anche il mondo di Bacco: secondo la Silicon Valley Bank nel 2015 le vendite di vino sopra i 20 dollari a bottiglia saliranno del 14-18%. Giù, invece, quelli sotto i 9 dollari

“Gli Stati Uniti hanno voltato pagina, siamo fuori dalla crisi”. Parole recenti, quelli del presidente Usa, Obama, che fanno sperare il mondo nella ripresa di una delle economie più importanti in assoluto. Che è anche il mercato n. 1, ad oggi per il vino. E anche sul fronte di Bacco arrivano buone notizie: non solo il consumo enoico è destinato ad aumentare da qui al 2018, del +11% nel complesso. Secondo un report della Silicon Valley Bank, nel 2015 a crescere saranno soprattutto le vendite dei vini da 20 dollari a bottiglia in su, soprattutto grazie alla rinnovata fiducia dei consumatori che si riflette sui ristoranti, che rappresentano il 35% delle vendite enoiche in questa fascia di prezzo e che, secondo oltre 600 cantine della West Coast intervistate, stanno tornado a fare scorte. E l’aumento non sarà di poco conto, visto che la stima parla di un +14-18%. Una stima così ottimistica che per risalire ad un sentiment simile bisogna ritornare addirittura al 1999.
Una buona notizia anche per il vino Italiano, che negli States ha il primo partner enoico straniero in valore (nel 2014 1,3 miliardi di dollari il valore delle nostre esportazioni secondo l’Italian Wine & Food Institute guidato da Lucio Caputo), e dove è leader tra i vini di importazione sia in quantità che in valore. Un primato che, peraltro, potrebbe essere aiutato a crescere ancora di più visto il tasso di cambio Euro-Dollaro che si sta facendo meno svantaggioso, di giorno in giorno, per gli americani, per i quali diventerà così più semplice puntare su bottiglie straniere spendendo qualche “verdone” in più. Di contro, secondo il report della banca californiana, a soffrire saranno i vini sotto i 9 dollari a bottiglia.

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