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Natale in enoteca nel 2014? I grandi classici italiani e le bollicine sempre i più gettonati per i regali, ma con un occhio maggiore al prezzo e ai servizi, come la consegna a domicilio. Indagine WineNews in alcune delle più importanti città italiane

Italia
Il Natale 2014 secondo le enoteche italiane sentite da WineNews

Natale in chiaroscuro per gli enotecari italiani: se qualcuno vede positivi segnali di ripresa, con i clienti che ritornano a spendere (anche se in maniera molto ponderata), ci sono altri che vedono ancora lontana la ripresa. Cosa è cambiato dal Natale 2013? Chi compra è più consapevole di ciò che compra e quindi è più esigente, viene stabilito un budget dal quale non uscire per nessun motivo e si richiedono alle enoteche servizi extra come la consegna a domicilio e un packaging più accattivante. Per il resto poco cambia, i “classici” restano fra i più comprati per i regali e le bollicine, soprattutto italiane, sono le più richieste per i brindisi di fine anno. Emerge da un’indagine di WineNews tra le enoteche di alcune delle più importanti città italiane.

“Stiamo andando meglio del Natale 2013 - commenta Andrea Formigli della Vinoteca Al Chianti di Firenze - in questo periodo si riescono a vendere vini più importanti che durante l’anno sono più “difficili” come Champagne, Barolo e Brunello. Chiaramente la bottiglia costosa si compra per regalarla. Per le bottiglie da stappare nei pranzi e cene si cerca di rimanere abbastanza bassi: purtroppo i vini troppo costosi non sono più alla portata dei compratori italiani”. Trend simile all’Enoteca Barisone di Torino dove “la linea è la stessa del 2013, si vendono molte ceste natalizie che comprendono anche Champagne - fa sapere Alberto Porcelli - dopotutto le bollicine sono sempre le più richieste in questo periodo, anche quelle italiane. Ma i nostri clienti non rinunciano ai vini piemontesi come il Ruchè o il Timorasso”. Vini autoctoni grandi protagonisti anche nelle tavole di Natale di Palermo, secondo l’Enoteca Picone che conserva il trend 2013 “sia nella scelta che nella qualità. La preferenza è legata ai vini autoctoni soprattutto ai vini dell’Etna che stanno avendo un buon successo. Certamente si sta attenti a non spendere troppo e si preferiscono bottiglie che non superano i 20 euro - dice Nicola Picone - per i regali, però, si spende un po’ di più, perché si ricerca i nomi più noti come Amarone, Brunello e Barolo”.
Per chi riesce a mantenere una clientela fidelizzata tutto l’anno, il Natale è il momento in cui si vedono i risultati maggiori come nell’Enoteca Grado 12 di Trento. “Noi andiamo bene tutto l’anno, riuscendo a vendere molte bottiglie di qualità, e il trend si riflette anche a Natale - ammette Fabio Leali - in enoteca riusciamo a vendere sia il vino da 300 euro, come quello da 8. In questo periodo però la nostra clientela si concentra sulle bollicine, sia autoctone che francesi: dopotutto il prezzo dello Champagne è arrivato ad essere competitivo e i nostri clienti se ne approfittano. La fascia di prezzo che va di più per i regali natalizi è quella che varia dai 30 ai 50 euro”. Si gode il frutto del lavoro sviluppato durante l’anno anche Andrea Terraneo dell’Enoteca La Barrique di Cantù, e presidente delle Enoteche Vinarius: “il periodo natalizio è iniziato bene - dice - noto che sempre di più si arriva in enoteca per il regalo di qualità, anche non vino: dolciario\alimentare o oggettistica del vino. Io vedo arrivare qualche cliente nuovo che arriva dal passaparola o dall’aver ricevuto confezioni partite dalla nostra enoteca, e questo è il giusto riconoscimento al buon lavoro svolto. I grandi rossi (più Brunello e Amarone rispetto al tradizionale Barolo e ai Chianti Classico...) e le bollicine tengono molto bene, anche i Metodo Classici e dai noi su tutti il Franciacorta e lo Champagne. Il Prosecco Docg come sempre ha il suo ruolo importante e non lo smentisce. Sui bianchi - continua - posso dire che anche a Natale si fanno valere sulle tavole, anche se noto una leggera flessione sugli aromatici intensi. Ma i bianchi freschi e leggermente aromatici vanno bene. Come sempre poi gioca un ruolo importante il fattore prezzo e il rapporto qualità/prezzo: sempre di più il punto fondamentale dell’enotecario che deve scovare i giusti prodotti al prezzo corretto per poterli proporre alla clientela e creare fidelizzazione. È poi sempre più importante avere un packaging curato che sia in linea con l’alto valore qualitativo dei prodotti proposti, sempre sintomo di professionalità”. Servizi in più che i clienti richiedono anche all’Enoteca Longo di Milano. “Quello che i clienti chiedono, più degli anni scorsi - fanno sapere i proprietari Osvaldo, Giovanni e Paola - sono i servizi in più che può fare l’enoteca: c’è molta richiesta, ad esempio, di consegna a domicilio. Ma il Natale da noi va sempre bene: ottobre, novembre e dicembre sono i mesi in cui lavoriamo di più, sia come enoteca, sia come regali gastronomici. I vini che hanno subito di più la crisi sono quelli di fascia media (10-40 euro). I clienti infatti non rinunciano ai grandi classici (seppur costosi) per Natale anche se si prefiggono un budget che non deve essere superato. Il trend è comunque quello di scegliere vini italiani anche per le bollicine, con un incremento di vendite dei Franciacorta, vini sempre più popolari e apprezzati”. “Il 2014 si sta muovendo in crescita per quanto riguarda le vendite dei due negozi storici (Milano e Vallese) - fanno sapere dall’ufficio ordini dei Wine Store Signorvino - leader sempre nelle vendite, sono le Bollicine (esclusivamente italiane), bene anche la Valpolicella (Amarone e Ripasso) ed in ripresa i vini piemontesi. Sempre positiva la performance dei bianchi dell’Altro Adige. Il Natale è partito tardi ma con intensità, anche se si fa sempre più attenzione al prezzo e alla qualità dei vini”.
Ma non sono tutte rose e fiori, ci sono anche città in cui le enoteche sentono ancora gli effetti della crisi. “Quello che preoccupa di più è sempre il prezzo - dicono dall’Enoteca Dante di Napoli - in molti entrano in enoteca e si interessano al costo delle bottiglie. Purtroppo si compra sempre meno, sono diminuiti anche i regali tra colleghi e ai professionisti (medici, avvocati ...) si regalano confezioni a prezzi accessibili: più bottiglie, insomma, ma a meno prezzo. I vini che vanno di più sono sempre quelli che vanno dai 5 ai 10 euro, si spende un po’ di più per i vini autoctoni, sia spumanti che dolci, e per i classici toscani. Le bollicine per l’ultimo dell’anno saranno sempre più italiane, anche se lo Champagne non perde mai il suo appeal”. Situazione “non “brillante”, anche nell’Enoteca Trimani di Roma. “Per i regali si cerca sempre di rimanere sui “classici” come Champagne, Franciacorta, Amarone e Barolo, perché si va sul sicuro - commenta Paolo Trimani - per l’uso quotidiano si sceglie in base al gusto, anche se molti dei nostri clienti si lasciano consigliare. Tra i vini più particolari che vanno nella nostra enoteca ci sono i liguri Rossese di Dolceacqua e il Vermentino Colli di Luni. Ma ci chiedono anche i vini dell’Etna, i vini di Montalcino, ma di realtà più artigianali, e magari il Rosso e non il Brunello, e i Bolgheri, ma non i “classiconi””.

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