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Enoteca Italiana, da Regione Toscana 1 milione di euro. L’amministratore Benvenuti: “servirà per debiti a breve termine e dipendenti, ma segnale positivo”. Ma, intanto, Confindustria (con tante aziende wine&food) abbandona per mancanza di prospettive

Continua a navigare in acque a dir poco turbolente, l’Enoteca Italiana di Siena, uno dei più longevi strumenti di promozione del vino italiano. Ma la chiusura, almeno per ora, sembra scongiurata grazie ad 1 milione di euro stanziato dalla Regione Toscana a favore dell’ente fondato nel 1933 e diventato istituzione pubblica nel 1960.
“Abbiamo fatto una richieste specifica alla Regione Toscana - spiega a WineNews l’amministratore unico, Paolo Benvenuti - e dobbiamo ringraziare l’amministrazione regionale per il contributo forte che ci permette di affrontare, almeno in parte, la situazione debitoria, consentendoci almeno di pagare le scadenze a breve con i creditori, dipendenti …”. Un contributo che, nel concreto, tampona la situazione, ma che l’Enoteca Italiana vuol leggere anche come segnale positivo per il suo futuro, “sperando - ha detto Benvenuti - in un nuovo dialogo anche con il Ministero delle Politiche Agricole”.
Ma che il futuro di Enoteca Italiana sia decisamente in bilico rimane un dato di fatto: è di oggi la notizia della decisione di Confindustria Siena, che, per caratteristiche storiche e del territorio, ha tra le sue fila tante aziende del wine & food, “di recedere alla propria qualità di socio. Una decisione certo dolorosa per la storia dell’Enoteca Italiana - si legge in una nota - e assunta con rammarico per le potenzialità rimaste inespresse, ma non più rinviabile. Le difficoltà dell’Ente sono andate costantemente accrescendosi senza che fossero assunte decisioni adeguate per stabilizzarne l’andamento ed operare in termini di prospettiva. Ormai la situazione presenta caratteri di irreversibilità tali da necessitare, nel caso, di ingenti interventi finanziari, peraltro ben superiori a quanto prospettato. Interventi, quindi, necessari ma che, però, da soli non sono, comunque, sufficienti perché il tema vero sta nella prospettiva; in altre parole, in un “piano prospettico” di azioni idonee a traguardare l’Ente verso obiettivi di integrazione nel sistema della promozione vitivinicola con respiro internazionale da coniugare allo sviluppo della propria attività core e, la cui assenza, ancora ad oggi costringe l’Enoteca Italiana in uno stallo che non può ulteriormente protrarsi. Scelte che sono andate in altro verso, soprattutto in termini di rappresentatività, capacità progettuale e di relazione in un mondo complesso come quello del vino hanno quindi minato ogni credibilità anche in prospettiva per un vero rilancio dell’Ente stesso”.

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