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Campari vende in suoi asset meno strategici: Limoncetta di Sorrento passa a Lucano 1984 per 7 milioni di euro. Sul mercato anche i marchi enoici Sella & Mosca, Teruzzi & Puthod ed Enrico Serafino. Che farebbero gola a nomi top cinesi e italiani ...

Come annunciato nei mesi scorsi, il Gruppo Campari continua nella sua strategia di cessione dei marchi meno redditizi e strategici del suo portafoglio. Di queste ore la notizia dell’accordo per la vendita del business Limoncetta di Sorrento a Lucano 1894 Srl, società italiana nota per il brand Amaro Lucano.
“Il business venduto - si legge in una nota - include la marca Limoncetta di Sorrento, liquore naturale a base di limoni di Sorrento, e il 100% del capitale sociale della società Alimenta Srl, che possiede lo stabilimento per la produzione del concentrato. Il corrispettivo dell’operazione è pari a 7 milioni di euro in assenza di cassa o debito finanziario. La struttura dell’accordo prevede alcuni aggiustamenti di prezzo, successivi alla data del closing, legati ai valori di magazzino e di altre attività e passività. Si segnala che in base all’accordo di vendita il Gruppo Campari continuerà a gestire le attività di imbottigliamento di Limoncetta di Sorrento per conto di Lucano 1894 Srl presso il proprio stabilimento di Finale Emilia fino a dicembre 2015. Il closing dell’operazione è previsto per il 30 gennaio 2015. La marca Limoncetta era entrata a far parte del Gruppo Campari a giugno 2014 nell’ambito dell’acquisizione del Gruppo Averna, proprietario, in particolare, dei brand Amaro Averna e Braulio”.
Nello stesso tempo, Campari (http://www.camparigroup.com/it) ha annunciato anche la vendita della Federated Pharmaceutical alla società Kirk Distributors Limited in Giamaica per 14,4 milioni di dollari (11,8 milioni di euro).
Ma Campari, come noto, ha messo sul mercato anche diversi marchi della divisione vino: Tenute Sella & Mosca, storica cantina della Sardegna, che vicino ad Alghero produce 7,6 milioni di bottiglie l’anno su 550 ettari vitati (e azienda più appetibile, valutata sui 90 milioni di euro, ndr); Teruzzi & Puthod, marchio storico di San Gimignano, dove produce 1,2 milioni di bottiglie su 90 ettari vitati; Enrico Serafino che, in Roero e Alta Langa, produce 450.000 bottiglie, dai suoi 13 ettari vitati; oltre ai marchi Riccadonna e Mondoro, tra i marchi storici del Gruppo Campari, con le bollicine di Asti e Prosecco. Marchi sui quali, secondo diversi rumors raccolti da Winenews ma anche da testate come “Il Sole 24 Ore” o il “Corriere della Sera”, avrebbero posato gli occhi in molti, come diversi gruppi cinesi che avrebbero affidato l’incarico di sondare il terreno addirittura a Mediobanca: nomi come Changyu Group Co, uno dei più importanti produttori di vino cinesi, Dinasty Fine Wine, joint venture con Remy Cointreau, ma anche Bright Food, noto per aver rilevato di recente in Italia il gruppo oleario toscano Salov, o il colosso Cofco.
Ma si fanno anche nomi italiani importanti che starebbero alla finestra: da Oscar Farinetti (già produttore con le piemontesi Fontanafredda e Borgogno, tra le altri) alla famiglia Angelini che opera nel mondo del vino con Bertani Domains - che comprende la Cav. G.B. Bertani a Grezzana (Verona), la Tenuta Novare a Negrar (Verona), Puiatti Vigneti a Romans d’Isonzo (Gorizia), Val di Suga a Montalcino, Tre Rose a Montepulciano, San Leonino a Castellina in Chianti (Siena) e Collepaglia a Jesi (Ancona) - fino al gruppo veneto Santa Margherita della famiglia Marzotto ...

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