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“Top Value Brands 2014” by Liv-Ex e The Drinks Business: nella top 20 delle etichette più “abbordabili”, e dai risultati garantiti, spiccano gli italiani, Sassicaia (n. 6), Le Macchiole (n. 7), Gaja (n. 13) ed Ornellaia (n. 14)

Italia
Sassicaia Paelo Gaja e Ornellaia i vini italiani nella Top Value Brands 2014 di Liv Ex

La “Liv-Ex Power 100” ha messo in fila qualche settimana fa i brand più forti su cui investire, ma non tutti sono alla portata di chi approccia per la prima volta il mondo del mercato del vino. Marchi come Domaine de la Romanée-Conti, o Château d’Yquem, infatti, non sono certo alla portata di tutti. Meglio brand con buoni margini di crescita, ottime recensioni, ma prezzi più “abbordabili”, come i “Top Value Brands 2014”, consigliati proprio dal Liv-Ex (www.liv-ex.com), che prende in considerazione, insieme a “The Drinks Business” (www.thedrinksbusiness.com) solo le etichette sotto le 2.000 sterline a cassa (da 12 bottiglie, ndr), classificate in base a quattro parametri: il prezzo medio, la performance annuale nell’indice, il punteggio medio ottenuto dai magazine di riferimento e le annate prese in considerazione dall’indice stesso.
In testa, in una chart di 20 etichette dominata da Francia ed Italia, troviamo, dal Rodano, Château de Beaucastel, seguito dal vino in assoluto meno caro dell’intero indice, Henri Boillot, dalla Borgogna (una cassa costa mediamente 265 sterline), così come Alain Hudelot Noellat, sul gradino più basso del podio. Il primo degli italiani, come in qualsiasi classifica, è il Sassicaia, con un prezzo medio di 1.021 sterline a cassa, alla posizione n. 6 (nella “Liv-Ex Power 100”, invece, si è piazzato alla n. 3), tra i migliori investimenti possibili, e tra i più richiesti e venduti sul mercato secondario. Un gradino più in basso, alla posizione n. 7, troviamo Le Macchiole (489 sterline a cassa), forti di un prezzo medio accessibile e di ottime performance nell’ultimo periodo. Alle posizioni n. 13 e n. 14 altri due alfieri del vino italiano nel mondo, Gaja (1.070 sterline a cassa) ed Ornellaia (1.050 euro a cassa).
Etichette, se così si può dire, per tutti, nella speranza, espressa dallo stesso direttore del Liv-Ex, Justin Gibbs, che dietro al loro successo ci sia una nuova generazione di collezionisti ed investitori: “spero proprio che sia così, ma sarebbe una domanda da fare ai wine merchant. Il modo migliore per i nuovi collezionisti di entrare nel mercato è quello di comprare bottiglie che si ha intenzione di bere, perché è quando si iniziano ad aprire che si muove il mercato e crescono i valori”. Poi, però, bisogna imparare a conservarle affinché si apprezzino, “evitando di portarle in casa, perché la tentazione di aprirle sarebbe davvero forte, è questo il pericolo da cui stare attenti”.

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