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Eno-investimenti, cresce l’appeal dei vini italiani tra i collezionisti, e “Vinifera” di Paolo Repetto, specializzata in grandi etichette del Belpaese, entrea nel “Liv-ex”, la borsa internazionale dei grandi vini più importante al mondo

Italia
Paolo Repetto by Vinifera

Negli ultimi anni, il peso dei grandi vini italiani nel mercato secondario, quello dei grandi collezionisti e delle aste, è decisamente aumentato. Lo testimonia, tra gli altri, il Liv-ex (London International Vintners Exchange, www.liv-ex.com), considerato il “benkmarck” di questo particolare mercato che non solo, dalla fondazione, nel 1999, quando era concentrato quasi esclusivamente su Bordeaux, ha visto aumentare il numero dei vini italiani nel suo indice principale, il “Liv-Ex 100”, ma che ha anche creato indici ad hoc per il vino tricolore, come il “Liv-ex Super Tuscan 50”, che tiene conto delle ultime 10 annate di vini icona come Sassicaia, Ornellaia, Masseto, Solaia e Tignanello, o l’“Italy 100” (che racchiude i 100 vini italiani più scambiati sul mercato, da Antinori ad Ornellaia da Tenuta San Guido a Gaja e Giacomo Conterno, per esempio). E ora, a testimonianza di questo crescente interesse per i vini del Belpaese tra i collezionisti, arriva la notizia dell’ingresso, nella piattaforma londinese, di “Vinifera”, la società di Alba fondata nel 2005 da Paolo Repetto specializzata nel trading dei migliori vini italiani, con un fatturato di oltre 2,5 milioni di euro.
“Siamo stati invitati dal Liv-ex - spiega a WineNews Repetto - proprio perché c’è questa crescente domanda di vini italiani, sui cui tanti collezionisti si stanno concentrando, perché stufi di strapagare i vini di Bordeaux. E hanno capito che in Italia, così come in Borgogna, si può trovare lo stesso livello di qualità spendendo meno. Noi compriamo i migliori vini italiani direttamente dai produttori, ma anche dalle case d’asta e dai collezionisti, e poi li rivendiamo ai clienti che abbiamo in tutto il mondo, nord Europa soprattutto, ma anche Usa, Asia, Russia e Giappone. E rispondiamo anche ad un esigenze per ci cerca i vini italiani, ed è per questo che ci ha accettato Liv-ex. Perchè a differenza dei vini di Bordeaux, di cui in realtà c’è una disponibilità pressoché illimitata di chateaux e di annate, visto che mi magazzini dei wine merchant sono stracolmi, i grandi vini italiani sono davvero rari, sia per i bassi volumi di produzione, sia perché difficile trovarne in casse intere, poiché polverizzati tra distributori ufficiali, collezionisti e così via”.
“Per entrare nel Liv-ex - spiega Repetto - bisogna soddisfare certi requisiti, sia in termini di numero e tipologia di clienti, che di affidabilità. Che Liv-ex verifica contattando i clienti stessi. La piattaforma, sostanzialmente, guadagna dalle commissioni sugli scambi, fa da intermediario e garante tra operatori privati come noi. Ma secondo me il boom dell’Italia è solo all’inizio, e spero che dopo di noi seguano altri operatori specializzati sui nostri vini. Anche perché, questa crescita, sta cogliendo un po’ impreparati i produttori italiani. Molti, soprattutto in Piemonte, non sanno neanche che esiste un mercato secondario così intenso sui loro vini, pensano che il giro si chiuda nella catena importatore-ristorante-cliente. Invece, in realtà, i grandi vini sono oggetto di un mercato secondario molto vivace, vengono venduti e ricomprati, scambiati, tenuti da parte per fargli acquisire valore. E questo è molto importante anche per il valore del brand di un’azienda, perché se il tuo vino viene cercato sul mercato e la domanda è sempre un po’ maggiore all’offerta, il valore non solo di quel vino, ma di tutta la cantina, ne beneficia”.

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