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I fondi dell’Ocm vino per la promozione, fondamentali per la promozione del Belpaese enoico, all’health check: in primis, la conferma per i prossimi anni, poi la revisione dei parametri di valutazione e altre novità. Così nel Forum “Wine2Wine”

Italia
Silvana Ballotta, a capo della Business Strategies, studio di Firenze specializzato nel supporto all’internazionalizzazione delle imprese

I fondi per la promozione dell’Ocm vino, 100 milioni di euro all’anno per l’Italia, sono stati fondamentali per la crescita dell’export delle cantine del Belpaese. E se la buona notizia è che ci saranno anche nei prossimi anni, e che saranno utilizzabili anche all’interno dell’Ue, e non solo nei Paesi terzi, è pur vero che qualcosa sta cambiando. Regioni e Ministero trattano per rivedere i criteri di premialità nella valutazione dei progetti, nell’ottica di una maggiore omogeneità. Intanto, emerge che, per il bando 2015-2016, non ci saranno fondi nazionali disponibili, poiché tutti già impegnati sulle annualità di progetti già approvati. Ci saranno, ovviamente, quelli regionali. Sui progetti interregionali, invece, si discute: c’è chi li considera importanti e chi non li vuole. Ecco lo stato dell’arte, emerso a “Wine2Wine”, nell’incontro organizzato da Business Strategies, studio di Firenze specializzato nel supporto all’internazionalizzazione delle imprese, guidato da Silvana Ballotta (www.bsnstrategies.com).
“Mi permetto di dissentire dalle osservazioni della Corte dei Conti europea, che ha definito “non efficienti” le azioni adottate nei bandi Ocm Promozione - ha detto in collegamento da Bruxelles Paolo de Castro, coordinatore della Commissione Agricoltura del Parlamento Ue - perché la dimostrazione sta nei fatti: l’Europa è cresciuta moltissimo con le esportazioni di vino e nel nostro Paese il vino è sicuramente il più importante asset delle esportazioni agroalimentari. E a questo successo molto hanno contribuito le risorse Ocm”.
Ocm vino che, dalla programmazione 2015 sarà all’interno dall’Ocm unica, ma con un capitolo a parte, con il nettare di bacco che rimane l’unico settore ad avere una sua specificità all’interno del quadro normativo, segno dell’importanza che riveste. “Con l’Ocm unica - ha aggiunto De Castro - abbiamo profondamente innovato il tema della promozione e non ci sono stati quei tagli che tutti intravedevano all’interno del dibattito sulla riforma della Pac. Rimangono importanti risorse, circa 500 milioni di euro l’anno che, per il nostro Paese, significano 100 milioni di euro. Ma, soprattutto questo importante pacchetto di risorse per la promozione non sarà obbligatoriamente utilizzato dalle nostre imprese solo sui mercati terzi, quelli extra-Ue, ma anche nei mercati all’interno dell’Unione Europea per azioni di promozione della cultura del bere vino e dei territori”.
Un quadro positivo, nel complesso, anche se qualche criticità c’è, come ha spiegato a WineNews Silvana Ballotta: “intanto, c’è da dire che, come per il bando 2014-2015, anche per quello 2015-2016 non ci saranno fondi disponibili sulla quota nazionale, che vale il 30% del plafond, perché già impegnate a finanziare progetti pluriennali già ammessi. E sulle risorse da destinare ai progetti interregionali (sui quali ci sono ancora in ballo 10 milioni di euro, ndr) si discute: alcune Regioni ci credono e spingono molto questo tipo di iniziative che, secondo le stime, per ogni euro di investimento speso ne attivano 4, tra contributo pubblico e partecipazione privata; altre, invece, sono contrarie. Ma speriamo che la questione si risolva in fretta.
In ogni caso, l’aspetto positivo - aggiunge Ballotta - è che nel tavolo di lavoro al Ministero delle Politiche Agricole, di concerto con le Regioni, si sta ridefinendo la scala dei criteri di valutazione e premialità dei progetti che vengono presentati. Si sta cercando di migliorare una misura che, senza ombra di dubbio, ha già dato dei grandi risultati, cercando di fissare e di chiarire meglio i paletti tra cui muoversi in futuro, anche per andare verso una certa uniformità a livello nazionale, pur lasciando poi alle singole regioni dei margini di manovra tagliati sulle proprie realtà. Comunque, i fondi per la promozione sono fondamentali: i risultati arrivano, dobbiamo correggerci ma guardare avanti, le imprese ce lo confermano. Le Pmi hanno aumentato il loro export, ma fanno tanta fatica, abbiamo bisogno di semplificazioni amministrative, di guardare all’efficacia delle azioni ed al vero valore aggiunto che portano anche ai territori, e di poterci concentrare su contenuti”.
Uno strumento delicato e potente allo stesso tempo, quello dei fondi promozione dell’Ocm vino, ma che ha contribuito decisamente, negli ultimi anni, al successo del vino italiano nel mondo. “Monitoriamo costantemente i comportamenti e gli effetti del vino italiano impegnato nell’Ocm Promozione nei Paesi Terzi - ha aggiunto la guida di Business Strategies - e i risultati delle 400 aziende che seguiamo parlano chiaro: il 40% dichiara che grazie alla misura si è registrato un incremento del fatturato export tra l’1 ed il 10%, il 17% tra il 20 e il 30%, mentre addirittura il 30% fa emergere un aumento più consistente, tra il 20 e il 30%. Diventa fondamentale comunicare con efficacia il valore del vino - ha concluso - come simbolo del life style italiano”.
Un altra conferma arriva dai numeri presentati da Tiziana Sarnari (Ismea): “negli anni tra il 2008 e il 2013, la crescita delle nostre esportazioni è stata decisamente più sensibile nei Paesi Terzi, per i quali le imprese hanno potuto beneficiare delle risorse Ocm, che in Europa. I vini fermi, per esempio, sono cresciuti del 7,2% extra Ue sul 4,4% in Europa, gli spumanti del 18,3% sull’8,4%”. É vero che spesso, in mercati non europei, ad eccezione degli Stati Uniti, si partiva da numeri più bassi, ma una correlazione così netta non può essere un caso. E si potrebbe fare ancora di più, soprattutto nei nuovi mercati, specialmente quelli del Far East dove l’Italia, tra i Paesi esportatori, sconta un ruolo ancora decisamente subalterno rispetto alla Francia e non solo.
“Sul totale di fondi Ocm che l’Unione Europa ci assegna, abbiamo destinato alla promozione il 18%, mentre la Francia il 22%”, ha sottolineato Enrico Arcuri, capo della segreteria tecnica del Ministero delle Politiche Agricole.
“Su uno stanziamento complessivo per la promozione di 380 milioni di euro nel periodo 2008-2014 - ha spiegato Moreno Soster della Direzione Agricoltura della Regione Piemonte - ma in realtà per questo scopo ne sono stati messi a disposizione 323, il 15% in meno, con 15 milioni di euro che ogni anno, pressoché strutturalmente, sono stati riassegnati ad altre misure Ocm, come gli investimenti, la ristrutturazione dei vigneti e così via”. E, invece, la promozione, per un Paese come l’Italia che vive di export, è fondamentale, anche per un altro motivo: “su certi mercati, soprattutto quelli nuovi e del Far East, rispetto a Paesi come il Cile, l’Argentina o gli Stati Uniti - ha spiegato il presidente Federvini, Sandro Boscaini - scontiamo anche le difficoltà di un Euro forte che rallenta le esportazioni, o quantomeno comprime i margini. E fare azioni di promozione che servono a comunicare e ad affermare il valore aggiunto dei nostri vini di territorio, dei nostri brand, delle nostre unicità, è fondamentale per migliorare i risultati economici delle cantine”.

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