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Due italiani alla corte del “re” Sauternes, il vino bianco più prezioso al mondo: il leggendario Château d’Yquem, anticipa WineNews, si affida al metodo Simonit&Sirch, maestri nella potatura della vite, per la cura rigorosa dei vigneti in Francia

Una sua bottiglia del 1811, pagata 117.000 dollari, è la più preziosa di vino bianco finora venduta al mondo. Il marchio della cantina da cui proviene, oltre 400 anni di storia alle spalle, è un’icona assoluta del lusso al pari di Vuitton, Dior, Bulgari, Moët et Chandon e delle altre grandi griffe detenute dal colosso finanziario Lvmh, leader mondiale del lusso, a cui appartiene. Famoso, prezioso, longevo, costante, inimitabile, Château d’Yquem non è solo un grande vino, è anche e soprattutto un simbolo che va oltre le mode e le annate: frutto del connubio tra Sauvignon Blanc, Sémillon - il primo a dare finezza e aromi, il secondo a dare volume e struttura - e muffa nobile, è la massima espressione del Sauternes, denominazione che ha contribuito a creare e rendere famosa al mondo. E, ora, anticipa WineNews, questa autentica leggenda del vino di Francia, ha deciso di chiamare alla sua “corte” due italiani, con il loro know how: Château d’Yquem, si affida al metodo Simonit&Sirch, il metodo di potatura della vite messo a punto dai tecnici friulani Marco Simonit e Pierpaolo Sirch, alias i “Preparatori d’Uva”, scelti come consulenti per la cura rigorosa dei suoi vigneti.
Prodotto nell’omonima zona che si trova nella parte meridionale della pregiatissima area di Bordeaux, Château d’Yquem è l’unico vino al mondo ad avere la qualifica di “Premier Cru Supérieur” ed è caratterizzato da una straordinaria longevità. Inconfondibile anche l’etichetta, fra le più semplici ed eleganti del mondo, su cui spicca la corona a sette punte. I suoi vigneti sono curati in ogni passaggio con un rigore e una sapienza straordinari. Un patrimonio di incalcolabile valore, a tutela del quale sono stati chiamati come consulenti i “Preparatori d’Uva”, per un progetto volto alla formazione del personale addetto alla potatura manale delle viti, un lavoro delicato e strategico.
“Dall’anno scorso stiamo applicando ai vigneti di Château d’Yquem il nostro metodo Simonit&Sirch - racconta Marco Simonit - volto a prevenirne il deterioramento con una potatura mirata, che riduce l’impatto devastante che hanno i tagli sul sistema linfatico delle piante. Per un vino così longevo e prezioso, che il mercato richiede simile a se stesso indipendentemente dalle annate, la longevità dei vigneti è un fattore essenziale, dato che garantisce uve il più simili possibile nel tempo”.
“Grazie al professor Denis Dubourdieu, con cui stiamo lavorando da tempo all’Università e in vari di Château di Bordeaux, ci hanno chiamato a Château d’Yquem (e ne siamo veramente felici ed orgogliosi), perché i loro vigneti sono - spiega Simonit - un patrimonio che storicamente tutelano con ogni mezzo ritengano valido e all’avanguardia. Hanno individuato nel nostro metodo di potatura uno strumento importante per rendere le viti meno vulnerabili, con una struttura legnosa più integra ed efficiente”.
In particolare, i “Preparatori d’Uva” stanno lavorando ad un progetto di miglioramento della tecnica di potatura sul Sauvignon Blanc. “Stiamo mettendo in piedi una metodologia di lavoro ispirata al rispetto delle 4 regole del nostro metodo, applicata alla forma di allevamento caratteristica di Yquem, ovvero il cot sauternais, una variante dell’alberello particolarmente adatta per ottenere dei grappoli di forma e dimensione tali da favorire al meglio la proliferazione della botrite nobile, caratteristica peculiare dei vini dolci di Sauternes- spiega Simonit - In questi anni valuteremo con loro le migliori modifiche da effettuare, nel rispetto della tradizione, per evolvere la tecnica di taglio e ridurre i deperimenti e le malattie del legno”.
Info: www.simonitesirch.com

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