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Quando le classifiche del vino pesano sul mercato: secondo un'analisi “Wine-Searcher”, il più utilizzato portale di ricerca e comparazione di bottiglie e quotazioni, crescono interesse e prezzi dei migliori vini della “Top 100” di “Wine Spectator”

Di classifiche del vino ce ne sono tante, e vanno prese per quello che sono. Ma qualcuna, è un fatto, pesa più di altre sulle scelte dei consumatori, sul mercato e sulle quotazioni. Tra queste c’è la “Top 100” di “Wine Spectator” (www.winespectator.com), almeno stando ad un’analisi di “Wine-Searcher”, il più utilizzato portale di ricerca e comparazione di bottiglie e quotazioni (www.wine-searcher.com). Secondo cui tutti i vini nella “top 10”, per esempio, hanno visto impennare il numero di ricerche a loro legate, e non solo sull’annata oggetto della classifica.
Il n. 1, per esempio, il Dow’s Vintage Port 2011, è passato da 78 ricerche al giorno a ben 6503 dopo l’annuncio di “Wine Spectator”, e le ricerche su altre annate dello stesso vino sono passate da 279 a 7344 nel giro di una notte. Ancora, il Brewer Clifton Pinot Noir 2012, al n. 8 della classifica, sostanzialmente un illustre sconosciuto, visto le 3 ricerche al giorno di media, è balzato a 512. Ma, al di là della logica curiosità che una classifica può generare, è interessante notare l’effetto che ha sui prezzi. Il vincitore dell’edizione 2013, per esempio, l’Imperial Gran Reserva Rioja 2004 di Compania Vinicola del Norte de España, aveva visto la propria quotazione media salire da 42 a 94 dollari poco dopo la pubblicazione della classifica e, oggi, è sui 129 dollari a bottiglia. Il vincitore dell’edizione 2014, invece, è già passato da 97 a 120 dollari a bottiglia. Ed anche per il migliore dei 19 italiani della classifica, il Chianti Classico San Lorenzo Gran Selezione 2010 di Castello di Ama, al n. 6, il trend è lo stesso: in pochi giorni la quotazione media è passata da 35 a 47 dollari a bottiglia secondo gli indici di “Wine-Searcher”.
Insomma, segnali che dicono di quanto classifiche del genere, se redatte da testate e firme autorevoli, possono aiutare nel business del vino. Anche se, ovviamente, la differenza vera la fa il lavoro quotidiano e costante delle aziende nei mercati del mondo.

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