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Questione di territorio: le “Mega”, alias “Menzioni Geografiche Aggiuntive” di Barolo (181) e Barbaresco (66), finalmente hanno anche un valore legale. E ora si posso vedere con un’app, filare per filare, vigna per vigna, a partire dalla bottiglia

Italia
Vino e territorio: le MeGa di Barolo e di Barbaresco ora hanno valore legale e un’app per “sorvolarle”

Il primo che tentò la mappatura fu il geometra Lorenzo Fantini nel 1879. Da allora, in molti si sono dedicati a “frazionare” le colline di Barolo e Barbaresco: da Domizio Cavazza nel 1904, a Renato Ratti negli anni 70, fino a Slow Food in tempi più recenti, tentarono di individuare e catalogare le zone più vocate alla produzione di Barolo e Barbaresco. Già le etichette di fine 700 citano i “cru”, ma solo da pochi anni è stata regolamentata la possibilità di utilizzare nomi geografici corrispondenti a frazioni, comuni o zone amministrative definite, localizzate all’interno della zona di produzione delle Docg. Sono le “MeGa”, ovvero le Menzioni Geografiche Aggiuntive. Se n’è parlato al congresso nazionale dell’Associazione Italiana Sommelier, a Torino, in un convegno organizzato con il Consorzio di tutela del Barolo e Barbaresco.
L’occasione è l’entrata in commercio delle prime MeGa di Barolo 2010. In tutto sono 181 (di cui 11 comunali). 66 quelle del Barbaresco, a partire dalla vendemmia 2007. Non solo: è stata presentata la nuova app ufficiale delle MeGa che permetterà di volare tra i vigneti della Langa. Si chiama “Barolo Official Map” e “Barbaresco Official Map”: contiene la cartografia del Barolo e del Barbaresco. In pratica i “cru” delle due Docg che raccontano meglio la storia e le storie in quegli undici e quattro Comuni dov’è possibile produrre i due rossi di Langa molto amati nel mondo. Nomi di colline che, da tempo (la prima etichetta con l’indicazione Cannubi è del 1752 dell’azienda Manzone Giovanni di Bra), sono presenti sulle etichette, ma fino al 2010 per il Barolo e al 2007 per il Barbaresco, non era loro riconosciuto un valore di unicità che permettesse, tra l’altro, di evitare l’abuso del loro utilizzo. “Pochi metri di terra - ha spiegato il giornalista Alessandro Masnaghetti, autore delle mappe ufficiali del Consorzio - fanno la differenza nel carattere del vino. Con le menzioni definiamo una provenienza. Questo è il grande valore aggiunto”. Aldo Vacca, vice presidente del Consorzio e direttore Produttori Barbaresco, racconta: “le discussioni sono state molte e accese. Il rischio era di avere troppe menzioni”.
Quest’anno, dunque, entrano in commercio le prime bottiglie di Barolo dove la MeGa avrà un valore legislativo: “iniziamo un percorso importantissimo - dice Pietro Ratti, presidente del Consorzio - ci voleva uno strumento moderno e divertente per comunicare le menzioni: da qui nasce l’idea di una app che riesca a geolocalizzare il vigneto dove viene prodotta quella tale bottiglia. L’appassionato, soprattutto all’estero, ha bisogno di sapere di più: da oggi, tramite il nome che trova sull’etichetta, potrà andare a vedere dove si trova quel tale filare che ha prodotto quel tale vino”.
La app è stata realizzata da Carlo Cane della Oikos di Alba. È compatibile con sistemi Android e Apple. La versione inglese sarà anche presentata in Usa con un ciclo di conferenze stampa per raccontare cosa sono le MeGa. Le cartine con le MeGa sono scaricabili sul sito www.langhevini.it. Intanto, il Consorzio si prepara alla seconda edizione di “Grandi Langhe”, l’evento che dal 18 al 20 marzo porterà centinaia di buyer, giornalisti, ristoratori nelle terre di Barolo, Barbaresco, Dogliani, Diano d’Alba e Roero.

Focus - Le curiosità sulle MeGa
Barolo, 181 MeGa, di cui 11 comunali: la più grande è Bricco San Pietro (Monforte) con 380 ettari; la più piccola è Bricco Rocche (Castiglione Falletto) con 1,4 ettari.
Barbaresco, 66 Mega: Canova è la più grande con 158 ettari; Rabaja Bas è la più piccola con 1,8 ettari.
Il Consorzio di tutela del Barolo e Barbaresco in numeri:
497 aziende vitivinicole associate
10.000 ettari
60 milioni di bottiglie
10 denominazioni tutelate (Barolo, Barbaresco, Dogliani, Dolcetto di Diano d’Alba, Barbera d’Alba, Langhe, Dolcetto d’Alba, Nebbiolo d’Alba, Verduno Pelaverga, Roero)
I numeri del Barolo
11 Comuni dove si produce
1984 ettari di vigneti
13 milioni bottiglie
78% valore dell’export
I numeri del Barbaresco
4 Comuni dove si produce
684 ettari di vigneti
4 milioni e 300.000 bottiglie
70% valore dell’export

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