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“Wine Spectator” l’aveva in qualche modo annunciato, e così è stato: la prima etichetta tricolore nell’Olimpo delle migliori 10, alla posizione n. 6, è il Chianti Classico San Lorenzo Gran Selezione 2010 di Castello di Ama

Italia
Il Chianti Classico San Lorenzo Castello di Ama 2010: n. 6 della Top 100 di Wine Spectator

“Wine Spectator” l’aveva in qualche modo annunciato, e così è stato: la prima etichetta tricolore nell’Olimpo delle migliori 10, alla posizione n. 6, è il Chianti Classico San Lorenzo Gran Selezione 2010 di Castello di Ama, una delle più grandi espressioni del Chianti Classico ed un luogo, che oltre al vino, è diventato negli anni anche un’importante punto di riferimento per l’arte contemporanea, come testimoniano le installazioni di Michelangelo Pistoletto, Daniel Buren, Giulio Paolini, Kendell Geers, Anish Kapoor, Chen Zhen, Carlos Garaicoa e Nedko Solakov. Gli ettari a vigneto sono 90, per una produzione di 350.000 bottiglie. Alla n.5, invece, l’australiano Chardonnay Margaret River Art Series 2011 di Leeuwin. Continua così il countdown, che il 14 novembre svelerà il nome del vino che succederà al Rioja Imperial Gran Reserva 2004 Compañía Vinícola del Norte de España.
L’Italia, del resto, gode di una discreta tradizione: nei 25 anni di vita della “Top 100” della rivista Usa “Wine Spectator” è riuscita guadagnare il primo posto in tre occasioni: nel 2006, con il Brunello di Montalcino 2001 Tenuta Nuova di Casanova di Neri, nel 2001 con l’Ornellaia 1998 di Tenuta dell’Ornellaia, e nel 2000 con il Solaia 1997.

Focus - Castello di Ama
Ama prende il nome da un piccolo borgo posto sulle colline, a quasi 500 metri sul livello del mare, non lontano da Gaiole in Chianti. Oggi l’azienda Castello di Ama, creata a metà degli anni Settanta del Novecento, da un gruppo di famiglie di diversa origine, con l’obbiettivo di produrre un Chianti Classico degno di competere con grandi vini delle zone più blasonate del mondo, fa capo a Lorenza Sebasti, amministratore delegato della tenuta, e Marco Pallanti, che oggi gestiscono l’azienda, oltre ad essere marito e moglie. Romana, seconda generazione di una delle famiglie proprietarie all’origine lei, toscano doc ed enologo cresciuto tra la Francia e la Toscana lui, da più di 25 anni affrontano con successo la sfida di fare di Ama un vino d’eccellenza.L’azienda conta su 90 ettari a vigneto, per una produzione complessiva di 350.000 bottiglie.
Tanti i successi che Pallanti, ex presidente del Consorzio del Chianti Classico, e Castello di Ama, hanno raccolto insieme: oltre a vini sempre premiati dalla critica dal Chianti Classico Castello di Ama, Vigneto Bellavista, Vigneto La Casuccia e l’Igt L’Apparita, fino al recentissimo Chianti Classico San Lorenzo Gran Selezione 2010, i riconoscimenti come “miglior enologo” del Gambero Rosso/Slow Food (2003) e “miglior azienda” (2005) sempre del Gambero Rosso/Slow Food.
Ma, oltre al vino, Castello di Ama è diventato negli anni anche un importante punto di riferimento per l’arte contemporanea, come testimoniano le installazioni di Michelangelo Pistoletto, Daniel Buren, Giulio Paolini, Kendell Geers, Anish Kapoor, Chen Zhen, Carlos Garaicoa e Nedko Solakov, solo per fare alcuni esempi. Info: www.castellodiama.com

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