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Gelardini & Romani portano in alto l’Italia del vino ad Hong Kong: le aggiudicazioni della “The Collector’ Sale” sfiorano mezzo milione di euro, pari al 90% del valore del catalogo, con il 70% di bottiglie italiane finite sotto il martello

La Gelardini & Romani Wine Auction si scopre sempre più “East oriented” e ad Hong Kong mette a segno un altro grande risultato con i lotti della “The Collector’ Sale”: le aggiudicazioni complessive hanno sfiorato il mezzo milione di euro, pari al 90% del valore del catalogo, con il 70% di bottiglie italiane finite sotto il martello. Al top, come sempre, le eccellenze francesi: la bottiglia più performante è stata una magnum di Romanée-Conti Drc 2003, che ha toccato i 16.000 euro, seguita da tre magnum di La Tâche Drc 2002 (11.000 euro) e da sei bottiglie di Château Pétrus 2007 (10.800 euro), mentre tra i vini del Belpaese il lotto migliore si è rivelato quello di sei bottiglie di Masseto 2001, quarto assoluto, aggiudicato a 4.300 euro, la stessa cifra toccata da una verticale di quindici bottiglie (1969-1979) di Château Mouton Rothschild.
Oltre alle tante etichette italiane, ad animare l’asta c’era il meglio dell’enologia mondiale, dai Premier Cru di Bordeaux ai grandi Champagne, passando per le immancabili bottiglie di Domaine de la Romanée-Conti per la Francia, ma anche il Vega Sicila Unico per la Spagna, o l’Opus One per gli US. Fra i Grand Cru d’Italia, classificati così dalla stessa Gelardini & Romani, sono andati “sold out” Masseto, Paleo, Solaia, Sassicaia, Tignanello, Le Pergole Torte, Oreno, Monfortino, Barbaresco Riserva Produttori del Barbaresco, ma grande curiosità si è creata anche attorno a Regioni d’Italia diverse dalle classiche Piemonte, Toscana e Veneto, in particolare Lazio (con Fiorano Boncompagni Ludovisi e Montiano Falesco), Campania (con il Terra di Lavoro) e Abruzzo (con Valentini e Masciarelli).
A livello di incremento su base d’asta, la performance migliore è stata quella delle 6 bottiglie di Fiorano Boncompagni Ludovisi 1990, che hanno raggiunto i 1.450 euro, pari ad un +264%, grazie all’ultimo rilancio di un collezionista cinese. In linea con la tendenza già registrata all’asta andata in scena ad aprile, sono i vini Italiani a catalizzare l’attenzione, spuntando i migliori incrementi: ad esempio, l’Oreno 1999, prima e rara annata prodotta, ha spuntato un +173% su base d’asta, poi Barolo B. Mascarello 1998 Magnum, “poche parole, molti fatti …” etichetta dipinta a mano e Barbaresco Bruno Giacosa Asili Riserva Speciale 1967 (entrambi battuti al +127% su base d’asta); quindi, ancora Fiorano Boncompagni Ludovisi 2006 (+105%), e anche se la Francia mantiene salda la leadership in termine di valore assoluto, i prezzi dei grandi Bordeaux e anche della Borgogna, dove non sono in calo sono stabili.
Unico segnale di ripresa fra i Bordeaux sembra averlo Chateau Mouton, forse anche perché le sua quotazioni avevano toccato il fondo e sul piano della collezionabilità è senza dubbio una delle etichette più. Da segnalare, infine, l’ottimo debutto della Tenuta di Biserno di Lodovico Antinori, che si è affidato alla Gelardini & Romani per la prima uscita dei suoi vini, Biserno e Lodovico, in un’asta internazionale, i cui lotti hanno registrato incrementi medi fra il 70 e l’80%.
Info: www.grwineauction.com

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