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“Le ragioni del successo del Barolo nella Top 100 Cellar Selection 2014 sono tre: vitigno Nebbiolo, territorio della Langa e maestria dei vignaioli di Barolo”. Così la responsabile dall’Italia del magazine Usa “Wine Enthusiast”, Kerin O’Keefe

Italia
Il libro sul Barolo e Barbaresco di Kerin O’Keefe

“Le ragioni di un successo così netto del Barolo sono legate a tre fattori: il vitigno Nebbiolo, il territorio delle Langhe e la maestria dei vignaioli di Barolo”. Così a WineNews, la responsabile dall’Italia di “Wine Enthusiast” Kerin O’Keefe, commenta il trionfo del grande vino piemontese nella “Top 100 Cellar Selection” 2014 del magazine Usa, con 8 Barolo nelle prime 22 posizioni, e al top assoluto il Bric del Fiasc 2010 Paolo Scavino e il Brunate 2010 Giuseppe Rinaldi.
“Barolo - aggiunge la O’Keefe - ha alle spalle altre annate storiche, come 1964, 1978 e 1989. Ma se prima ci volevano anni, o decadi, per avere tannini morbidi, l’annata eccezionale del 2010 è frutto del lavoro importantissimo che oggi i vignaioli fanno in vigna, usando metodi più naturale, ad esempio. E stanno anche adottando un approccio meno invasivo in cantina. E qui emerge una peculiarità dei grandi Barolo di annate eccezionali come il 2010: mentre ci sono i grandi vini nel mondo possono mantenersi nel tempo, i grandi Barolo non solo hanno la capacità di mantenersi, ma addirittura di migliorare nel tempo. Negli Stati Uniti, ma anche a livello internazionale, c’è grande fame di conoscenza su questi vini, ma non é facile grazie al numero dei produttori e per il numero elevate delle zone delimitate - le cosiddette menzioni geografiche - che spesso fanno confusione tra i consumatori”. E la O’Keefe, il territorio delle Langhe lo conosce bene, visto che è stato appena pubblicato il suo libro “Barolo e Barbaresco, the King and Queen of Italian Wine”, dalla University of California Press.
Sintomatici di quanto questa complessità sia ancora poco compresa, a dispetto di un blasone diffusamente condiviso del Barolo come marchio di vino e di territorio, spiega la giornalista, sono anche i primi commenti che stanno emergendo sul volume. Eric Asimov, wine editor del “New York Times”, per esempio, scrive che “la grandezza del Barolo (e del suo gemello Barbaresco), accettata da lungo tempo, si sta iniziando a capire solo adesso, anche grazie a una risorsa nuova come il libro di Kerin O’Keefe, Barolo and Barbaresco the King and Queen of Italian Wine”, mentre Jon Bonné del “San Francisco Chronicle”, afferma che “i grandi vini del Piemonte sono diventati così importanti, che è sorprendente che un libro su Barolo e Barbaresco non sia apparso prima”.

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