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Italia ancora leader in Usa: nei primi 8 mesi del 2014 esportazioni a +5,5% in valore (917 milioni di dollari) e -0,9% in volumi (1,6 milioni di ettolitri), su una media del mercato usa che dice +2,8% e -4,5%. A dirlo l’Italian Wine & Food Institute

Italia
Continua in positivo in valore, seppur con un piccolo rallentamento nei volumi, il 2014 del vino italiano in Usa

Continua in positivo in valore, seppur con un piccolo rallentamento nei volumi, il 2014 del vino italiano in Usa, mercato che per i produttori del Belpaese vale oltre il 25% dell’export totale. Nei primi otto mesi dell’anno, secondo i dati dell’Italian Wine & Food Institute guidato da Lucio Caputo, le importazioni di vini tricolore hanno registrato un -0,9% in quantità (1,68 milioni di ettolitri) ma un +5,5% in valore (917,7 milioni di dollari) sullo stesso periodo 2013. Dati che confermano l’Italia al vertice nel mercato americano tra i vini stranieri, con una quota di mercato salita al 28,2% in quantità e al 34,4% in valore, contro il 17,8% in quantità e il 7,% in valore del Cile, attualmente secondo paese esportatore verso gli Usa in volumi.
Un risultato giudicato “estremamente positiva” da Lucio Caputo, visto che le importazioni complessiva, in Usa, sono diminuite del 4,5% in volumi (5,9 milioni di ettolitri), e i valori cresciuti del 2,8% (2,6 miliardi di dollari). Con l’Italia che ha avuto sin qui performance migliori della media del mercato, e decisamente più lusinghiere dei principali competitor.
“L’Australia - spiega la nota dell’Iwfi - scesa al terzo posto fra i paesi esportatori, che negli anni passati aveva tentato di insidiare la leadership italiana, ha fatto registrare una riduzione del -12,4% in quantità e del -10,8 in valore, seguita dall’Argentina con rispettivamente il -0,4% ed il -3,9%, e dal Sudafrica, con il -62,1% ed il -30,5%. Analogamente si sono contratte le importazioni in quantità da Francia (-3,3%), Spagna (-14,1%) e Germania (-11,9%) che si trovano al quinto, sesto ed ottavo posto fra i paesi fornitori del mercato statunitense”.
Gli unici tre paesi che hanno migliorato le loro posizioni - fra i 10 principali fornitori del mercato statunitense che complessivamente detengono il 98,6% del mercato d’importazione - sono stati il Cile, salito come detto al secondo posto, con un +1% in quantità e con una notevole riduzione in valore (-12,2%), che conferma come la riduzione dei prezzi dei vini cileni abbia favorito la loro espansione, la Nuova Zelanda (+18,4% e +15,6%) ed il Portogallo (+16,3% e +19,7%), rispettivamente settimo e nono paese fornitore del mercato americano.
Nota a parte, come sempre, per gli spumanti italiani, cresciuti del 17,3% in quantità (249.700 ettolitri) e del 21,3% in valore (146,5 milioni di dollari), con una quota di mercato del 50,7% in volumi e del 28,7% in valore tra le bollicine importate in America.
Info: www.italianwineandfoodinstitute.com

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