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Dietro ai grandi Châteaux, il nulla. Si potrebbero riassumere così, in maniera a dir poco tranchant, le parole, destinate a far discutere a lungo i vigneron di Bordeaux, di Hugues Lechanoine, a capo di Baron Philippe de Rothschild

Dietro ai grandi Châteaux, il nulla. Si potrebbero riassumere così, in maniera a dir poco tranchant, le parole, destinate a far discutere a lungo i vigneron di Bordeuax, di Hugues Lechanoine, a capo di Baron Philippe de Rothschild. Il limite di quella che, senza alcun dubbio, è la regione vinicola più importante e conosciuta al mondo, infatti, secondo Lechanoine, è proprio quello di “non essere stata capace nell’arco degli anni, di creare premium brands di qualità accessibili al grande pubblico. Perché gli Châteaux rappresentano solo una piccola parte del business del vino globale della regione, e se vogliamo che Bordeaux mantenga una posizione rilevante nel consumo quotidiano, le 9.000 aziende esistenti devono lavorare di più sulla costruzione del brand. Se si paragona Bordeaux con la Champagne - spiega ancora Lechanoine - o con altre regioni enoiche del mondo, c’è un gap enorme da colmare, una sfida importante. Noi abbiamo cambiato molto nella nostra strategia a partire dal 2003, ma nonostante produciamo anche una sorta di entry level, il Mouton Cadet, quello di attirare nuovi winelover non è il nostro ruolo, né, tanto meno, un nostro obiettivo”.

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