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Anche chi punta sul vino ha bisogno di un piano quinquennale, specie con il Liv-Ex in calo da 4 anni, trascinato giù dall’esplosione della bolla speculativa di Bordeaux. Eppure, gli investimenti a 5 anni si sono rivelati decisamente remunerativi

Anche chi investe nel vino ha bisogno, proprio come nella Russia di Stalin, di un piano quinquennale, specie in un momento caratterizzato dall’incertezza e dal cambiamento. Avere un’idea di come evolverà il mercato nei prossimi cinque anni “è il minimo che si possa fare se si vogliono vedere i frutti del proprio investimento”, spiega a “The Drinks Business” (www.thedrinksbusiness.com) il direttore del Liv-Ex Justin Gibbs. Certo, non è facile fare previsioni del genere, perché quando si parla di fine wine esistono acque del tutto inesplorate e dinamiche imprevedibili: “4 anni consecutivi in territorio negativo sono davvero inusuali, al massimo - continua Gibbs - dagli anni ‘80 era successo per due anni, e forse si arriva a tre se ci spingiamo fino agli anni ‘70”.
Un’involuzione tanto prolungata, per Gibbs, “è drammatica almeno quanto la bolla speculativa di Bordeaux che l’ha preceduta e creata: negli ultimi cinque anni i vini di Bordeaux hanno fatto segnare performance peggiori di quelle di Champagne, Borgogna, Italia e Nuovo Mondo. Il boom speculativo che arrivò dall’Asia, però, riguardava proprio i première cru di Bordeaux, e gli effetti sul Liv-Ex 50 sono riassumibili con l’andamento del secondo vino di Lafite, il Carruades de Lafite, che prima dell’arrivo degli investitori cinesi era quotato 250 sterline a cassa, per raggiungere in poco tempo una valutazione di 3.500 sterline”. Adesso, la situazione è cambiata, da ormai 4 anni la pressione passa ciclicamente dai venditori ai compratori, ma probabilmente il fondo è stato toccato, e adesso puntare sul vino dovrebbe tornare a rivelarsi remunerativo: del resto, chi ha puntato sui fine wine cinque anni fa, oggi ne raccoglie i frutti, perché nonostante le speculazioni tutti gli indici del Liv-Ex sono cresciuti a due cifre: il Burgundy 150 del 51%, il Bordeaux Legends 50 del 16%, il Rhone 100 del 15%, lo Champagne 50 del 31%, il Rest of the World 50 del 41%, l’Italy 100 del 29% ed il Liv-Ex Fine Wine 50 del 12%.

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