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Niente da fare, il board di Treasury Wine Estates ha deciso di rifiutare entrambe le offerte d’acquisto arrivate in estate. Per ripartire (e ripianare i bilanci) il big del beverage australiano punta sui marchi solidi e sul taglio dei costi

Niente da fare, il board di Treasury Wine Estates ha deciso di rifiutare entrambe le offerte d’acquisto arrivate in estate, sia quella di KKR - Kohlberg Kravis Roberts che quella di TPG Capital, entrambe di 3,4 miliardi di dollari, ritenendo troppo bassa la valutazione di 5,20 dollari ad azione. Il primo effetto è un’ulteriore caduta in borsa, con i titoli del big del beverage australiano che lascia sul terreno il 14%. Adesso, però, viene il difficile, perché Treasury Wine Estates viene da un anno durissimo, chiuso con una perdita di 88,6 milioni di dollari ed un calo delle vendite del 6,4%, a quota 30 milioni di casse.

La strada indicata dal Consiglio dell’azienda è essenzialmente quella di un rapido recupero delle vendite, riconquistando i consumatori persi negli ultimi tempi, riducendo i costi di gestione e focalizzando gli sforzi sui marchi più importanti e redditizi. “Durante il processo di due diligence - si legge nella nota rilasciata da Treasury Wine Estates - le private equity hanno analizzato il valore e le condizioni dell’azienda, indicando anche i piani di gestione per uscire dalla crisi e la roadmap da seguire, senza però individuarne i problemi principali. È evidente che nessuna delle due società è in grado di supportare una transazioni a condizioni e prezzi per noi accettabili”.

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