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Allegrini 2024

La vendemmia 2014 spacca a metà l’Italia: al Centro Nord raccolta critica, al Sud buona o molto buona (Sicilia). Così alcuni importanti “gruppi” del vino made in Italy: da Antinori a Giv, da Muratori a Zonin, da Allegrini a Tenute del Cerro

Italia
La vendemmia 2014 è iniziata: nè sogno nè tragedia

Italia spaccata a metà in termini di andamento della raccolta 2014: al Nord e al Centro problematiche talvolta serie causate dalle avversità atmosferiche. Da Roma in giù, indicativamente, situazioni in miglioramento con la Sicilia che pare aver in mano una delle vendemmie più importanti degli ultimi anni. Si tratta, insomma, di una vendemmia non del tutto negativa, anche se, evidentemente, tutti i vini del 2014 saranno più verticali, meno alcolici e, quindi, più eleganti, ma notevolmente meno potenti di quelli a cui siamo stati abituati in gran parte dell’ultimo decennio. Un dato che potrebbe anche essere positivo, visto i trend di consumo del vino che sempre più spesso premiano i prodotti meno alcolici e meno corpulenti. Ecco, in sintesi, il giudizio che emerge dal confronto con alcuni dei produttori più importanti del Bel Paese, cioè con i “gruppi” vinicoli” e cioè quelle realtà enologiche che hanno tenute e vigneti in molti fra i terroir più importanti d’Italia, che WineNews ha interpellato mentre la vendemmia 2014 sta arrivando alle sue battute decisive. Da Zonin ad Antinori, dal Gruppo Italiano Vini a Fratelli Muratori, da Allegrini a Tenute del Cerro.
“Il Piemonte, probabilmente, è la regione che al Nord se l’è “cavata” meglio - afferma Stefano Ferrante, direttore della produzione Gruppo Zonin (Castello del Poggio - Piemonte; Tenuta Il Bosco - Lombardia; Zonin, Podere Il Giangio - Veneto; Tenuta Ca’ Bolani - Friuli; Abbazia Monte Oliveto, Castello d’Albola, Rocca di Montemassi - Toscana; Masseria Altemura - Puglia; Principi di Butera - Sicilia) - grazie ad un agosto meno piovoso che nel resto dell’arco alpino. I Moscato sono belli, i Grignolino e le Barbera sono buone e hanno resistito bene alle piogge. Certo, si tratta di un’annata piovosa e, quindi, gli acini sono ingrossati e l’acidità è decisamente molto importante. L’Oltrepò Pavese ha sofferto di più e in alcuni casi la salvaguardia della sanità delle uve ha prevalso sulla perfetta maturazione dei frutti. Le basi spumante sono buone, più problematiche le uve rosse, in testa il Pinot Nero, che forse non produrremo. In Veneto, c’è stata grandine e pioggia e abbiamo dovuto affrontare una vendemmia rapida, con le medesime problematiche dell’Oltrepò, dove i bianchi sono i vini migliori, mentre i vini maturi ed evoluti faranno fatica. In Friuli - prosegue Ferrante - buone cose fra i bianchi, vini con un grado alcolico un po’ basso ma aromaticamente interessanti. Più complicata la situazione per i rossi, con ritardi che non si recuperano, perché sostanzialmente è mancato il sole. In Toscana, i vini prodotti in Maremma sono andati bene, beneficiando di un’estate fresca e quindi sono prodotti eleganti e meno concentrati, decisamente diversi dal solito. Nel Chianti Classico, è mancato il sole, i Sangiovese sono ancora tutti fuori. Ci aspettiamo una vendemmia stile anni ’90, con grandi acidità e vini tendenzialmente eleganti che però dovranno subire un’accelerazione evolutiva in cantina. I prossimi 15 giorni restano però decisivi. In Puglia, è un’annata buona come per la Maremma toscana, i vini sono profumati, freschi ed equilibrati. Decisamente molto bene la vendemmia in Sicilia. Per noi - conclude il direttore della produzione - si può tranquillamente parlare di un’annata straordinaria, forse la migliore che abbiamo mai fatto”.
“In generale è una vendemmia difficile, ma con un “diavolo” meno brutto del previsto”, spiega Renzo Cotarella, ad Antinori (Badia a Passignano, Peppoli, Tignanello, Guado al Tasso, Pian delle Vigne, La Braccesca - Toscana; Castello della Sala - Umbria; Prunotto - Piemonte; Montenisa - Lombardia; Tormaresca - Puglia). “Nel Chianti Classico, siamo a metà raccolta e queste giornate possono dare un grosso aiuto, comunque si tratta di una vendemmia gestibile. A Montalcino, e in Maremma, ci sono stati dei vantaggi climatici ed è andato tutto abbastanza bene. I vini sono più eleganti che potenti e questo può essere anche un vantaggio. A Bolgheri, la pioggia ha colpito duramente, ma i vini alla fine sono sì figli di un’annata fredda ma freschi e verticali, da valutare meglio dopo le fermentazioni malolattiche. A Montepulciano, invece, siamo indietro con la raccolta e l’annata dovrebbe essere fine e fragrante. In generale, i vini toscani saranno raffinati, forse meno da Riserva, almeno come le abbiamo conosciute in passato. Nella Puglia del Nord la vendemmia è andata abbastanza bene, mentre nel sud è stata più difficile, specie per il Negroamaro. In Franciacorta, raccolta difficile, ma con una buona selezione le basi spumante sono interessanti. In Piemonte, i Dolcetto, così e così. Si tratta di un’annata dove a fare la differenza saranno i luoghi e le persone. I bianchi sono buoni, anche i Moscato. Le Barbera non male, i Nebbiolo cominceranno ad essere raccolti - conclude l’ad Antinori, Cotarella - questa settimana, dove sarà fondamentale la situazione metereologica. Insomma, non certo la vendemmia del secolo, ma sicuramente con più di qualche vino interessante”.
“Ormai la vendemmia 2014 in Franciacorta è archiviata - commenta Francesco Iacono, direttore della produzione Gruppo Muratori (Villa Crespia - Lombardia; Rubbia al Colle - Toscana; Oppida Animea, Giardini Arimei - Campania) - con un ritardo di otto giorni sul 2013. La produzione complessivamente è stata abbondante ma per raggiungere un risultato soddisfacente era necessario lasciare in pianta almeno il 10% dei grappoli. Le basi spumante sono magre e pulite, con gradazioni intorno ai 10,5% vol.. Saranno importanti i vini Riserva conservati in cantina per garantire un po’ più di struttura e di grado alcolico. Nell’isola d’Ischia la 2014 è un’annata quantitativamente più scarsa e con meno potenziale alcolico, le piogge hanno compromesso la sanità dei frutti e per questo non è certo un’annata da ricordare. Facendo selezione e anticipando all’inizio di settembre la vendemmia, siamo riusciti a portare in cantina una materia prima non male. Nel Beneventano, il calo della quantità è ancora più sensibile a causa di una fioritura che è coincisa con una vera e propria ondata di “quasi” freddo. Noi siamo tra il 15 e il 20% in meno sul 2013. La qualità, invece, è molto buona su i Fiano e i Greco, la Falanghina è invece ancora in pianta. A Suvereto, in Toscana - conclude Iacono - i Merlot e i cabernet sono forse i migliori che abbiamo mai raccolto, con acidità importanti gradi alcolici e, quindi, con un potenziale di longevità molto alto. I Sangiovese, se continua a tenere il tempo, li portiamo a casa, ma non con gli stessi risultati degli altri vitigni rossi”.
“In Valtellina, abbiamo vendemmiato i bianchi, buoni, forse ottimi, i rossi sono invece solo all’inizio - spiega Cristian Scrinzi, direttore della produzione del Gruppo Italiano Vini (Ca’ Bianca - Piemonte; Nino Negri - Lombardia; Conti d’Arco - Trentino; Bolla, Santi, Folonari, Turà, Lamberti - Veneto; Conti Formentini - Friuli; Cavicchioli - Emilia Romagna; Melini, Macchiavelli - Toscana; Bigi - Umbria; Fontana Candida - Lazio; Re Manfredi - Basilicata; Castello Monaci - Puglia; Tenuta Rapitalà - Sicilia) - la sanità delle uve è buona ma le condizioni meteo sono state molto critiche e speriamo che il bel tempo duri ancora. Siamo fiduciosi. Si tratta, in generale, di una buona annata, ma non eccelsa, con gradi alcolici più bassi, anche di quelli del 2013. In Piemonte, Brachetto e Moscato sono significativamente più bassi di grado alcolico ma i profumi e i sapori sono molto buoni con l’acidità che non solo conduce il sorso ma veicola anche gli aromi. Le Barbera sono in raccolta in questi giorni con qualche problemino nella gestione delle acidità e del pH, come, peraltro stiamo riscontrando anche nel veronese. Fanno la differenza le zone vocate e i vigneti ben condotti, evidentemente. In Friuli, buoni risultati con il Pinot Grigio, lo Chardonnay e il Friulano, mentre ha sofferto di più il Sauvignon. In Veneto, annata più critica, le uve precoci hanno sofferto non poco, mentre i rossi tardivi stanno iniziando adesso ad essere raccolti. La Garganega del Soave non è male, siamo anche in questo caso fiduciosi. In Toscana, i precoci molto bene sia rossi, il Merlot, che bianchi, la Vernaccia. Siamo in questa regione al 60% della vendemmia. I Sangiovese hanno causato qualche problema, ma quelli ancora fuori sono sani e quelli vinificati possiedono buone acidità e poco alcol. Insomma, vini buoni ma senza punte di eccellenza. In Umbria, siamo andati molto bene con i bianchi nell’Orvietano, come siamo andati benissimo in Sicilia. Nel Lazio, c’è qualche preoccupazione sulla Malvasia, in Basilicata i bianchi sono andati bene, ma l’Aglianico è ancora in pianta con qualche cedimento nella buccia. Bene o molto bene i bianchi pugliesi e bende il Primitivo, un po’ più problematici i rossi tardivi come il Negroamaro. In Sicilia, come accennavo, abbiamo fatto la migliore raccolta bianchi e rossi ottimi, grazie ad un andamento stagionale in parte insolito ma eccezionale. E’ una vendemmia impegnativa - conclude Scrinzi - specialmente per il Nord Italia dopo un 2013 non facile. Ci vorrà un grande lavoro in cantina”.
“In Toscana, precisamente a Montalcino, dobbiamo ancora cominciare la raccolta - spiega Nicola Biasi, enologo del Gruppo Allegrini (Poggio al Tesoro, San Polo - Toscana; Allegrini - Veneto) - sarà un’annata vecchio stile, ma non lo vedo un problema, anzi. I vini saranno fini, eleganti e con belle acidità. A Bolgheri, siamo invece, nel vivo della vendemmia: i Vermentino sono veramente belli, e lo stesso vale per i Merlot. Stiamo, invece, ancora raccogliendo i Cabernet. La pioggia non è mancata, ma siamo tendenzialmente fiduciosi. In Veneto, la vendemmia è iniziata da pochissimo - conclude Biasi - il clima è stato avverso, ma la differenza la fanno le zone vocate e le vigne in collina. Le uve sono sane. Speriamo bene, sono convinto che ci saranno delle belle sorprese”.
“Tutte le aziende del Gruppo Tenute del Cerro (Fattoria del Cerro, La Poderina, Monterufoli - Toscana; Colpetrone - Umbria) sono in Toscana e Umbria, sicuramente una zona che ha avuto meno problemi per esempio del Nord Italia - spiega l’enologo e consulente Riccardo Cotarella - ma il clima è stato avverso comunque, le zone che maturano più tardi avranno qualche difficoltà in più, diciamo che salvo rarissimi casi sono da escludere le eccellenze”.
Dal Gruppo Terra Moretti (Petra e La Badiola in Toscana, Bellavista e Contadi Castaldi, in Franciacorta), invece, bocche cucite: “per noi - spiega l’enologa Francesca Moretti - non è ancora il momento per pronunciarsi sull’andamento della vendemmia 2014”.

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