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Un tesoro in cantina: a New York chiude i battenti il “Cru”, ristorante famoso per la sua straordinaria offerta enoica. E ora, le 65.000 bottiglie di tutto il mondo che custodiva, finiscono all’asta, dove raccolgono milioni di dollari

Quando in cantina c’è una fortuna. Il “Cru”, a New York, è un ristorante molto conosciuto, sia per il livello della sua cucina, sia, soprattutto, per l’enorme scelta di vini che offre, o meglio offriva: il proprietario, Roy Welland, è arrivato a stiparne, dagli anni ‘80, qualcosa come 65.000 bottiglie. Non è quindi una sorpresa che tra gli scaffali della cantina del “Cru”, che ha ormai chiuso i battenti, ci fosse un vero e proprio tesoro, difficile persino da stimare. Una buona metà delle bottiglie più pregiate sono finite sotto il martelletto della casa d’aste Usa Wally’s che, il 12 e 13 settembre, a New York, ha battuto ben 1.767 lotti, per un ricavo complessivo di 6,6 milioni di dollari, ed altrettanti andranno all’asta, questa volta a Los Angeles, il 21 e 22 novembre.
A brillare, come sempre, la Borgogna, con i 55 lotti di Domaine Bachelet che hanno raccolto 216.480 dollari, e i 196 lotti di Domaine G Roumier hanno toccato gli 882.468 dollari. Dietro, è ottimo il risultato degli 89 lotti di Giacomo Conterno, tra i produttori piemontesi più quotati nel mondo, che hanno raccolto 404.400 dollari, mentre i 42 lotti dello Champagne Krug hanno “racimolato” 326.400 dollari. Tra i singoli lotti, da segnalare le 12 bottiglie dello Chablis di Domaine Francois Raveneau, Les Clos 2002, battute a 13.200 dollari.

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