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Sul mercato globale del vino, la sfida è ancora tra Francia ed Italia: nei primi sei mesi del 2014, come raccontano i dati di “Wine by Numbers”, il Belpaese domina in Germania, Usa e Russia, i “cugini” meglio, a fatica, solo in Cina e Gran Bretagna

Italia
Mercato globale del vino: Italia al top in Germania, Usa e Russia, la Francia in Cina e Uk

Detto delle performance del vino italiano sui mercati esteri, per avere un’idea del panorama generale, è ancora più interessante sapere come si sono comportati i singoli mercati nel primo semestre dell’anno, nei numeri di “Wine by Numbers”, il report sui principali mercati del vino dell’Uiv - Unione Italiana Vini. Innanzitutto, i principali importatori che, per l’imbottigliato, in termini di valori, si confermano, nell’ordine, Usa, Gran Bretagna, Germania, Canada e Cina, seguiti da Hong Kong, Giappone, Svizzera, Russia e Brasile. Dall’altro lato della “barricata”, il primo esportatore al mondo è ancora la Francia, che in 6 mesi ha già superato i 3 miliardi di dollari di bottiglie vendute all’estero, subito dietro l’Italia (2,5 miliardi di dollari), quindi, staccatissime, Spagna, Cile, Australia, Usa, Nuova Zelanda, Argentina e Sudafrica.
Sui singoli mercati, le differenze sono enormi. In Germania, ad esempio, continua a crescere l’import dell’imbottigliato, e beneficiarne sono soprattutto i vini di Italia e Spagna, il primo ed il terzo partner del Paese teutonico, dove crescono, rispettivamente, del 9,8% e dell’11% in valore sui primi sei mesi del 2013, mentre la Francia lascia sul terreno il 2,9%. Male, invece, l’import dello sfuso, senza grandi distinzioni, visto che, nel complesso, fa segnare, in valore, un allarmante -17,2%. Diversa la situazione in Gran Bretagna, dove le importazioni dell’imbottigliato calano del 10,3% in valore (ma sono stabili, con un +0,8% nel periodo, in termini di quantità): a pagare è ancora la Francia, che perde il 28% dei propri introiti (pur restando il primo esportatore nel Regno Unito), proprio come l’Australia, mentre l’Italia continua a crescere, con un buon +3,8%. Diverso l’andamento degli spumanti, che crescono nel complesso del 15,2% in valore e addirittura del 38,5% in volumi, trainati ancora una volta da Francia (+11,3% in valore e +15,9% in volumi) ed Italia (+32,8% in valore e +86,9% in volumi).
Dall’altra parte dell’Oceano, in Usa, la situazione è piuttosto stabile nell’imbottigliato, con un complessivo +3,3% in valore a fronte di un calo del 2,2% delle quantità, con l’Italia che mette a segno un +1,9% in quantità ed un +8,4% in valore, confermandosi, con un giro d’affari di 729,6 milioni di dollari, al primo posto tra i Paesi produttori che esportano negli Usa, davanti, manco a dirlo, alla Francia, che tiene bene, mettendo a segno una crescita del 2,3% in volumi e del 3,6% in valori, nei primi sei mesi del 2014, sullo stesso periodo del 203. Anche qui, è da sottolineare l’importante crescita, a due cifre (nel complesso +14,1% in quantità e +10% in valore), delle bollicine. In Canada la situazione è un po’ più complessa, con i Paesi del Vecchio Continente che hanno proprio negli Usa il rivale principale: e sono proprio i vini imbottigliati a stelle e strisce a crescere di più, con un +6,5% in volume ed un +7,1% in valore, in un settore che, sostanzialmente, non fa registrare alcun tipo di oscillazione sul primo semestre 2013. Perdono qualcosa, invece, Italia e Francia, entrambe giù nei volumi (rispettivamente a -5,1% e -1,4%), mentre il Belpaese regge nei valori (+0,3%), a differenza dei “cugini” d’Oltralpe (-3,5%). Peculiare, infine, l’andamento degli spumanti: le quantità importatte, a differenza di quanto succede praticamente in tutto il resto del mondo, calano del 2,2%, ma in valore la crescita continua, con un +8,9% di cui beneficiano soprattutto Francia ed Italia.
Spostando lo sguardo verso Est, la situazione si fa a dir poco intricata: in Russia, infatti, i primi sei mesi dell’anno si sono chiusi con un calo dei volumi importati (-3,2%), a fronte di una crescita dei valori (+9,9%). Si fa sentire il ritorno dei vini georgiani che, dopo la fine dell’embargo imposto per anni da Mosca, esordiscono in terza posizione, dietro alle bottiglie spedite Italia (+3,9% in volume e +9,5% in valore) e Francia (-17,2% in volume e -7,9% in valore).
L’incognita, adesso, è rappresentata dagli effetti delle sanzioni Ue sulla Russia, in seno alle tensioni del conflitto ucraino, proprio nel momento in cui l’Italia si sta imponendo come partner enoico principale, anche negli sparkling, dove ha ormai doppiato la Francia, con 41,4 milioni di dollari di spumanti esportati a Mosca nei primi sei mesi dell’anno, contro i 19 milioni di dollari della Francia. Infine, la Cina, di cui anche i numeri dell’Uiv certificano la brusca frenata: le importazioni dell’imbottigliato, in generale, arretrano del 5,8% in volume e del 9% in valore, con la Francia che lascia sul terreno il 14,5% dei proprio introiti; contenuto il calo dell’Italia, con un -3,9% dei volumi ed un -2,1% in valore, mentre sorprende il boom del Cile, che mette a segno una crescita del 52,8% in volume e del 31% in valore. In controtendenza gli spumanti, anche se si tratta ancora di un mercato secondario, comunque in espansione del 45,2% nei volumi importati, e del 39,8% nei valori.

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