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Affaire “wine kit”: “il sequestro rassicura, ma riporta tuttavia l’attenzione su necessità di adottare provvedimenti legislativi più severi sul tema delle frodi alimentari, purtroppo sempre più attuale”. Così il presidente Slow Food, Gaetano Pascale

Italia
Gaetano Pascale, presidente Slow Food Italia

28 milioni di euro il valore della truffa, 24 i vini Dop e Igp nel mirino dei falsari, tra cui alcuni dei nomi più prestigiosi del Belpaese enoico come Barolo e Amarone, e in “etichetta” il tricolore e immagini come il Colosseo: ecco i contorni della truffa dei “wine kit” svelata dai Nac di Parma insieme all’Agenzia delle Dogane.

“È stato sventato un inganno globale che mette a rischio la credibilità del made in Italy in tutti i continenti dove la diffusione dei “wine kit” con etichette italiane è purtroppo capillare e spesso tollerata con danni incalcolabili alle produzioni di vino nazionale”, commenta la Coldiretti. I “miracolosi” wine kit, ricorda l’organizzazione, “promettono con semplici polveri di ottenere in pochi giorni vini dalle etichette più prestigiose mettendo a rischio con l’inganno l’immagine e la credibilità dei nostri vini conquistata nel tempo - sottolinea la Coldiretti - grazie agli sforzi fatti per la valorizzazione di un prodotto che esprime qualità, tradizione, cultura e territorio. Purtroppo i furbetti dei wine kit si sono diffusi in tutti i continenti, dall’America all’Australia, ma anche in Europa, dove è particolarmente grave il fatto che dietro questi traffici si nascondano anche operatori italiani. Il commercio dei wine kit su tutto il territorio europeo - conclude la Coldiretti - andrebbe vietato”.

Il sequestro, ricorda poi il presidente di Slow Food, Gaetano Pascale, “riporta tuttavia l’attenzione sulla necessità di adottare provvedimenti legislativi più severi sul tema delle frodi alimentari, purtroppo sempre più di attualità”. “In molti casi - continua - non si tratta solo di pratiche commerciali scorrette e sleali che nuociono ai produttori onesti e ai consumatori, situazione già grave, ma spesso mettono anche in pericolo la salute. Queste frodi si potrebbero prevenire stroncando sul nascere fenomeni come i wine kit, e invece la messa al bando dell’Ue è arrivata solo dopo che questi preparati avevano trovato ampia diffusione commerciale, soprattutto sul web. Vicende come queste - conclude Pascale - se da una parte ci tranquillizzano per l’attenzione con cui operano gli organismi di vigilanza, dall’altra ci insegnano che è fondamentale stabilire rapporti più diretti fra chi produce e chi acquista prodotti alimentari”.

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