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In Russia la produzione di vino potrebbe finire sotto monopolio di Stato. Lo riporta il magazine “Decanter”. Secondo i promotori dell’idea, servirebbe a migliorare la qualità e il business. E ad assicurare autosufficienza in caso di embargo ...

Mentre i produttori di vino d’Europa e d’America guardano con preoccupazione alla possibile estensione dell’embargo delle importazioni in Russia anche al nettare di Bacco, a Mosca, sul fronte enoico, qualcosa si muove. Secondo il magazine “Decanter”, nel Paese si va verso il monopolio per la produzione interna. Secondo Oleg Nilov, membro del Parlamento e promotore della proposta, la produzione di vino nel territorio russo, dovrebbe essere possibile solo in imprese di proprietà dello Stato, o dove comunque è la parte pubblica a detenere il pacchetto di maggioranza. Così, dicono i sostenitori dell’idea, si darebbe un notevole impulso alla crescita qualitativa dei vini russi, soprattutto in Crimea e nella regione di Krasnodar, dove si trova quella che è ritenuta la “capitale russa del vino” la cittadina di Abrau-Dyurso, e in più ci sarebbe una crescita del business per lo Stato e per l’industria vinicola del Paese. E soprattutto, secondo alcuni, sarebbe un modo per assicurare un sufficiente approvvigionamento di vino qualora dovesse scattare l’embargo ...

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