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“In Usa la critica recensisce appena il 25% dei vini che sono sul mercato”. A dirlo un’analisi di Lewis Perdue di “wineindustryinsight.com”. “Fisiologico. Impossibile ed insensato recensire tutto”: commenta a WineNews Marco Sabellico (Gambero Rosso)

Italia
Lewis Perdue

Le riviste, le guide, la critica, i guru, i comunicatori: la lista dei soggetti che, storicamente, influenzano il mercato del vino, soprattutto nel mondo anglosassone e americano, potrebbe essere piuttosto lunga. E che, almeno in una certa fascia, fatta di consumatori appassionati e ristoranti di livello, punteggi, recensioni e riconoscimenti abbiano un certo peso, è difficile da mettere in dubbio. Ma il mercato del vino è molto più grande, e nella massa pare proprio che la voce di chi giudica e critica non incida affatto. E non perché non ritenuta autorevole ma, semplicemente, perché non c’è. Almeno a giudicare da un’analisi di Lewis Perdue, autore del seguitissimo blog americano www.wineindustryinsight.com, da cui emerge che, grosso modo, almeno nel mercato Usa, che è il n. 1 in assoluto al mondo, soltanto il 25% dei vini a disposizione dei consumatori viene valutato dai critici. “I consumatori che cercano di fare affidamento sui rating per prendere decisioni di acquisto - spiega Perdue - si trovano a fare i conti con la diffusa mancanza di recensioni. Per questo motivo, ho cercato di capire quanti vini che sono in vendita negli Stati Uniti sono stati effettivamente valutati dalla critica”.
Ed il conto, più o meno, è questo: le etichette autorizzate a circolare nel mercato Usa dall’Alcohol & Tobacco Tax & Trade Bureau sono 95.000, calcolando quelle autorizzate in un anno determinato, ed il turnover tra etichette che entrano, escono e cambiano nel tempo. Le due riviste più diffuse, “Wine Spectator” e “Decanter”, dichiarano di assaggiare ogni anno, rispettivamente, 15.000 e 13.000 vini.
Secondo Perdue, mettendo in conto che le due riviste recensiscono in buona parte gli stessi vini, e calcolando gli assaggi e i giudizi di altre testate e critici, il numero reale delle bottiglie per cui è possibile trovare almeno una recensione è stimabile intorno a 25.000.
Ma, al di là dell’esattezza del calcolo, la riflessione, in parte ovvia, ma in parte no, è che la critica che può fare le fortune di certi vini e di certe aziende, ignora gran parte dell’offerta possibile che è sul mercato.
“Credo che sia una cosa fisiologica - commenta, a WineNews, Marco Sabellico, curatore della guida “Vini d’Italia” del Gambero Rosso - è impossibile recensire tutto. In Italia forse siamo messi un po’ meglio, noi assaggiamo 40.000 vini e ne recensiamo 22.000. Ma bisogna tenere conto che, anche se il web in questo senso ha dato una mano, guide e riviste hanno uno spazio fisico che più di tanto non può crescere. E vanno fatte altre due considerazioni: recensire tutto non avrebbe senso, verrebbe a mancare l’elemento critico, che già si concretizza, in parte, nella scelta di cosa recensire e cosa no. E poi, magari qualche cosa di buono, in un panorama sconfinato come quello della produzione di vino, può sempre sfuggire, ma credo che, vista l’esperienza e la storia di certe guide e riviste, quel che c’è di meglio viene comunque assaggiato. Quello che resta fuori, diciamo, è sicuramente nella parte bassa, non nel vertice della piramide”.

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