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Nel conflitto russo ucraino, anche le aziende vinicole della Crimea finiscono nella “black list” dell’Ue, e i viticoltori della Regione si appellano a Mosca per bloccare l’import di vino europeo e rilanciare la viticultura russa

Tra i fronti più caldi del mondo, c’è senza dubbio il confine russo ucraino, conteso dai due giganti dell’Europa orientale, ormai in rotta di collisone da mesi. Tanto che un’intera regione dell’Ucraina, la Crimea, è stata di fatto annessa dalla Russia, scatenando il dissenso del resto d’Europa, culminato con una serie di sanzioni e blocchi commerciali imposti a Mosca, che il Cremlino non ha alcuna intenzione di far passare in silenzio. Sanzioni che riguardano anche direttamente il vino prodotto in Crimea, ed in particolare alcune tra le aziende più importanti del territorio, come Azov, Massandra, Magarytch e Novy Sviet, sctenando la reazione dei viticultori della Regione, che adesso si rivolgono direttamente al presidente Putin, per chiedere che il Cremlino “adotti misure restrittive relative alle importazioni di vini provenienti da Paesi che hanno imposto sanzioni contro il nostro settore russo, in modo da consentire ai viticoltori di Crimea di ridurre l’impatto negativo delle politiche dell’Ue, e di incoraggiare così la crescita del comparto in Russia”.

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