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Meteo & agricoltura: “il trend ormai è consolidato, estati così saranno la norma nei prossimi anni. Il rischio è lo stesso per tutte le colture, malattie e funghi proliferano con l’umidità”. Parola, a WineNews, del climatologo Giampiero Maracchi

Italia
Giampiero Maracchi, professore di Climatologia all’Università degli Studi di Firenze

La situazione meteorologica degli ultimi mesi, caratterizzati da piogge abbondanti ovunque, rare ondate di caldo e bruschi cali delle temperature, sta mettendo davvero in grande difficoltà l’intero mondo agricolo italiano. Dalla viticoltura ai pomodori, il rischio maggiore è quello legato a funghi e malattie, ma che le cose non vadano bene lo raccontano anche le api, sentinelle ambientali per antonomasia, e costrette, proprio nel momento clou della stagione, a “rimanere a terra”, per colpa del freddo e delle piogge che, oltre ad “affaticare” le api, con il raccolto di miele italiano che rischia di subire cali produttivi, in alcune zone, del 70%, anche perché, le grandi precipitazioni delle ultime settimane hanno spesso “lavato” i fiori, svuotandoli del loro polline, nutrimento principale delle api.
E, attenzione, perché non si tratta di un’estate eccezionale come crediamo, anzi, “questo - come racconta a WineNews Giampiero Maracchi, professore di Climatologia all’Università degli Studi di Firenze - non è un cambiamento di breve periodo, ma un trend che dura ormai da cinque anni. È vero che quest’anno non c’è stata grande alternanza tra ondate di calore e periodi freschi e piovosi, a luglio, ma mi aspetto, con maggior variabilità che anche i prossimi anni siano così, perché lo scudo dell’anticiclone delle Azzorre si è spostato a Nord, sull’Inghilterra”.
Un mutamento che provoca problemi ovunque: “partendo dalla vigna, l’elemento più importante da tenere d’occhio - continua Maracchi - è il numero di trattamenti necessari per difendersi dal rischio delle peronospora: contro i 5 degli anni normali, siamo già a 11-12, il che vuol dire costi enormi per le aziende. Ma l’attacco dei funghi è un problema anche per la frutta, e regioni come l’Emilia Romagna stanno pagando lo scotto maggiore, così come quelle in cui si coltivano gli ortaggi”.
Tra i più colpiti, se si eccettuano le zone colpite da allagamenti, ci sono “i diversi prodotti da orto, colpiti dalla peronospora, come il pomodoro, il peperone ed altre colture sensibili all’umidità ed alla pioggia”. E poi c’è l’altra coltura simbolo del Mediterraneo, quella delle olive, “che ha vissuto una primavera terribile: nel mese di maggio ci sono stati dei ritorni di freddo sulla fioritura - conclude il professor Maracchi - che hanno impedito l’allegagione, per cui, in sostanza, in tante zone d’Italia non ci sono olive”.

Focus - Coldiretti: le api restano a terra, fino a -70% di miele
Il maltempo costringe le api a restare a terra e a rimetterci è la produzione di miele che potrebbe subire un calo fino al 70%. Ad affermarlo è la Coldiretti sulla base di un’analisi sugli effetti delle perturbazioni che hanno colpito il territorio nazionale, con danni gravissimi nelle campagne. Le piogge intense, unite alle basse temperature, hanno “affaticato” anche le api, tanto che il raccolto di miele italiano rischia di essere seriamente compromesso e disomogeneo per aree.
A Nord e a Sud - rileva Coldiretti - dello Stivale i dati più preoccupanti: l’apicoltura registra una pessima stagione produttiva con percentuali che sfiorano il -70%. Appena meglio nelle regioni centrali dove il calo della produzione dovrebbe attestarsi sul -40%. Un danno considerevole - sottolinea Coldiretti - per un settore che vale 70 milioni di euro, impiega 50.000 apicoltori e sfiora quota 1,1 milioni di alveari in tutto il Paese, per una produzione media di 200.000 quintali di miele l’anno. Ma a preoccupare, se le condizioni di maltempo dovessero perdurare, sono anche gli effetti sull’intero settore agroalimentare.
“Quando si parla di api non si parla solo di miele - ricorda Hubert Ciacci, presidente della “Settimana del Miele”, gli stati generali dell’apicoltura in programma dal 12 al 14 settembre a Montalcino, in Toscana - ma anche di agricoltura e della produzione di tutti quei prodotti che comunemente portiamo sulle nostre tavole, dalle mele alle mandorle, dalle pesche alle pere, dalle melanzane all’uva, dai cetrioli alle fragole, solo per citare alcune delle 71 colture su 100 che provvedono all’alimentazione umana, le quali vengono impollinate dalle api. Un “servizio” valutato 3,5 miliardi di euro”.
Oltre agli effetti sulle api, il maltempo sta sconvolgendo anche i cicli vegetativi delle piante, con l’allungamento dei tempi di crescita di molte colture. Se nei mesi scorsi si era parlato di un anno senza inverno, ora ci troviamo dinanzi a un anno senza estate e ciò sta condizionando i ritmi naturali. Mucche e pecore non possono andare al pascolo e gravissima è anche la situazione sui terreni allagati dove è impossibile effettuare le attività di raccolta e quelle di semina dei nuovi cicli di ortaggi. Ma a preoccupare sono soprattutto i danni diretti causati alle colture e alle stesse strutture aziendali. Attesa anche per la vendemmia che dipenderà molto dalle condizioni che si verificheranno nei prossimi giorni ma già adesso si conta un aumento dei costi di produzione per difendere viti e alberi da frutto. Ai danni diretti sulle coltivazioni si sommano quelli indiretti provocati dal calo di consumi dei prodotti stagionali come la frutta e verdura a causa delle condizioni climatiche non favorevoli con un conto per l’ agroalimentare ed il turismo che spera il miliardo di euro.

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