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Dopo il successo della missione negli Usa, che hanno riconosciuto l’esclusività del termine “Prosecco” alle bollicine italiane, il Consorzio Prosecco Doc, con l’aiuto del Governo e della Ue, punta ad ottenere lo stesso risultato in Cina ed Australia

Dopo il successo della missione negli Usa, che hanno riconosciuto l’esclusività nell’utilizzo del termine “Prosecco” alle produzioni ottenute nel rispetto del disciplinare della denominazione italiana, il Consorzio Prosecco Doc adesso punta ad ottenere lo stesso risultato in Cina ed Australia. Ed è proprio da Sidney che il direttore del Consorzio, Luca Giavi, ha iniziato a porre le basi per un futuro riconoscimento, con un incontro ufficiale ospitato il 20 luglio nella sede dell’Italian Trade Agency, dove sedevano, per la parte italiana, anche il direttore generale del Ministero Sviluppo Economico Amedeo Teti, l’Ambasciatore Pier Francesco Zazo e Andrea Nicolaj, first counsellor della Ue in Australia, mentre per la controparte, presenti Tony Battaglene del Wfa - Winemakers Federation of Australia e Matthew Koval, del dipartimento dell’agricoltura del Governo Australiano.
Dalle parti del Ministero dello Sviluppo Economico, c’è una certa fiducia, come dimostrano le parole del vice Ministro Carlo Calenda, pochi giorni dopo l’incontro di Sidney, allargando però il discorso all’azione dell’Europa: “l’ipotesi al vaglio è che l’Australia accolga la richiesta avanzata dalla Comunità Europea relativamente all’accettazione da parte della aziende australiane, che attualmente immettono nel mercato prodotti con il nome della Do italiana, di un periodo phasing-out, al termine del quale le stesse non potranno più utilizzare la denominazione in questione”. Ma la Comunità Europea si sta muovendo anche sul fronte di Pechino, dove si sta gradualmente arrivando alla definizione di un accordo bilaterale, per la protezione delle Denominazioni d’Origine europee in Cina e per quelle cinesi in Europa. Un provvedimento che riguarderà i vini inseriti in un primo elenco stilato nel 2007, all’interno del quale figura la Docg Conegliano Valdobbiadene Prosecco, ma non appare la Doc Prosecco, nata solo nel 2009, e che è stata inserita in un secondo elenco, la cui protezione sarà pienamente efficace nella Repubblica Popolare Cinese tra 4 anni. “Siamo consapevoli che resta ancora molto lavoro da compiere. Di fatto - commenta il presidente del Consorzio di tutela della Doc Prosecco, Stefano Zanette - non abbiamo raggiunto alcun risultato concreto, ci troviamo solo all’inizio di una trattativa internazionale che richiede tempi di maturazione talvolta molto lunghi prima del perfezionamento. Ma se il buongiorno si vede dal mattino la nostra percezione, in particolare alla luce di questa missione in Australia, è quella di poter contare su un sistema Italia che si sta dimostrando compatto e schierato, insieme al Consorzio, nella salvaguardia di una grande realtà economica come quella attualmente rappresentata dalla Doc Prosecco. In tal senso - conclude Stefano Zanette - ritengo doveroso ringraziare fin d’ora per quanto già fatto e per quanto potranno ancora fare: il Ministro alle Politiche Agricole Maurizio Martina e il vice Ministro allo Sviluppo Economico Carlo Calenda, unitamente ai vertici dei loro ministeri, ai rappresentanti della Ue e alle associazioni di categoria che con noi hanno lavorato per il raggiungimento di questi significativi passi avanti”.

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