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È il “più popolare cantante d’opera di tutti i tempi” (The New York Times) e tra le grandi passioni annovera il vino con musica e cavalli: al tenore-vigneron Andrea Bocelli il “Premio Internazionale Masi Civiltà del Vino” (di scena il 27 settembre)

Definito dal “The New York Times” come il “più popolare cantante d’opera di tutti i tempi”, annovera il vino nella triade delle sue grandi passioni, assieme a musica e cavalli, ed insieme al fratello Alberto è interprete di terza generazione della cultura della terra tra i 120 ettari di famiglia, di cui 8 destinati a vigneto, a Lajatico, nel cuore della Val d’Era in provincia di Pisa: al tenore-vigneron Andrea Bocelli il “Premio Internazionale Masi Civiltà del Vino”, nell’edizione n. 33 del Premio Masi 2014 promosso dalla Fondazione Masi e assegnato a personalità che si sono distinte nelle diverse discipline per il loro impegno nella promozione di valori universali. Bocelli viene premiato perché “con la sua autorevolezza di artista, assieme alla passione di produttore e alla gioia di estimatore, contribuisce a dare lustro al vino, diffondendo il messaggio che una bottiglia di vino è di fatto una bottiglia di felicità”. Il Premio sarà di scena il 27 settembre, alla Foresteria Serego Alighieri e alla Cantine Masi, con la tradizionale firma della Botte di Amarone, a Gargagnago di Valpolicella (www.fondazionemasi.com e www.masi.it; in diretta #PremioMasi su Twitter @MrAmaroneMasi e Instagram @MasiAgricola).
Accanto alla sezione Civiltà del Vino, il Premio Masi assegna anche il Grosso d’Oro Veneziano, in collaborazione con la Fondazione “Corriere della Sera”, alla giornalista e scrittrice bielorussa Svetlana Alexievich, per aver dato voce in Occidente alla gente comune e ai drammi irrisolti dell’Est Europa nel periodo sovietico e post comunista, ed il Premio Civiltà Veneta a Umberto Contarello, sceneggiatore con Paolo Sorrentino de “La grande bellezza”, per aver contribuito a raccontare con il regista Carlo Mazzacurati l’originalità del Veneto, a Mario Isnenghi, professore emerito all’Università di Venezia e tra i più autorevoli storici italiani, per aver avvicinato generazioni di italiani alla realtà della Grande Guerra (di cui quest’anno ricorre il centenario, autore de “Il mito della Grande Guerra”, 1970, edizioni Il Mulino) in cui il Trivento è stato tra i principali scenari, e all’Associazione Ville Venete nella persona del presidente Alberto Passi, erede della villa secentesca Tiepolo Passi, che conserva, valorizza e promuovere il patrimonio artistico e architettonico del Veneto, riunendo oltre 600 dimore storiche del territorio regionale. Tutti assieme, saranno protagonisti, in occasione della premiazione, di un talk show al Teatro Filarmonico a Verona.
“I premiati di questa edizione - sottolinea Isabella Bossi Fedrigotti, presidente della Fondazione Masi - rappresentano discipline e settori molto eterogenei; una varietà che dimostra la grande ricchezza culturale che continua a contraddistinguere il nostro Paese. La scelta delle personalità conferma anche l’approccio internazionale del Premio Masi che di nuovo è andato oltre confine tracciando un percorso multiculturale sempre più necessario nel mondo globalizzato”.
Per Sandro Boscaini, vice presidente della Fondazione e presidente della Masi Agricola, “l’intuizione che mi ha portato ad istituire il Premio Masi oltre 30 anni fa, nasceva dalla consapevolezza che impresa e cultura si appartengono e si integrano. Il Premio Masi, arrivato nella piena maturità, è stato quindi antesignano nell’affermare il principio, oggi sempre più diffuso, dell’interconnessione tra i due settori: senza cultura non può esserci impresa che resista nel tempo e senza impresa la cultura difficilmente trova rinnovato vigore”.

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