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Un 2014 in calo per il commercio mondiale di vino. Dati Ismea: i volumi scambiati nei primi tre mesi sono scesi a 22,5 milioni di ettolitri, contro i 22,8 dello stesso periodo del 2013. Italia unica tra i grandi player ad avere ottenuto un segno più

Il 2014 parte sottotono per gli scambi internazionali di vino: secondo le stime Ismea, sulla base dei dati Gta (Global Trade Atlas), i volumi scambiati, nel primo trimestre 2014, sono scesi a 22,5 milioni di ettolitri, contro i 22,8 dello stesso periodo del 2013 (-1%), nonostante il ribasso generalizzato dei listini all’origine. Il valore degli scambi internazionali si è, invece, attestato a 5,3 miliardi di euro, in flessione del 3% sul 2013.
La dinamica negativa è esclusivamente imputabile al vino sfuso, che ha subito una contrazione delle quantità del 7%. Risultano invece stabili a 12 milioni di ettolitri i confezionati, e in crescita gli spumanti (+15% in volume, +8% in termini monetari). Tra i cinque grandi esportatori di vino: Francia, Italia, Spagna, Cile e Australia, solo il Paese iberico ha aumentato sensibilmente le spedizioni oltre frontiera (+18%), grazie al recupero produttivo registrato nell’ultima campagna e a listini giù anche del 30%. Per gli altri Paesi le elaborazioni Ismea indicano riduzioni quantitative comprese tra il -24% del Cile e il meno 0,2% dell’Italia. Guardando, tuttavia, i dati in valore l’Italia è l’unica, tra i grandi player, ad avere ottenuto un segno più, con un incremento di oltre il 3% degli introiti maturati oltre frontiera.
Sul versante dell’import, tra i principali mercati di sbocco, si evidenziano andamenti differenziati, con l’aumento dei flussi in entrata in Regno Unito (+11%), Canada (+0,3%) e Giappone (+7,7%) e una riduzione in Usa (-4,2%) e Germania (-6,7%). Da segnalare il crollo della domanda in Cina (-20%), sesto Paese nella graduatoria dei maggiori acquirenti di vino.

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