02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

ALLARME OCM: DAL 2016, IL PRIMO PASSO VERSO LA LIBERALIZZAZIONE DEI DIRITTI DI IMPIANTO DEI VIGNETI, MA LE ASSOCIAZIONI DEL MONDO ENOICO DI FRANCIA, ITALIA, SPAGNA, GERMANIA E PORTOGALLO TEMONO IL BLITZ DI 14 PAESI “CONSERVATORI”, E SCRIVONO A CIOLOS

Il vigneto Europa è in salute e, a partire dal 2016, quando entreranno in vigore le nuove regole sull’impianto di nuovi superfici vitate, è pronto a rilanciare, a tornare a crescere per ritrovare competitività su un mercato vivo, in cui al calo ei consumi dei Paesi storicamente produttori fa da contrappeso la crescita esponenziale dei Paesi che il vino lo stanno imparando ad amare negli ultimi anni. Eppure, a livello europeo, non sta filando tutto liscio. La norma dell’Ocm vino, che supererà il regime dei diritti d’impianto, e che entrerà in vigore, appunto, dal primo gennaio 2016, permetterà ad ogni Paese di concedere autorizzazioni di nuovo impianto pari all’1% delle superfici vitate ogni anno. Una misura nel segno della liberalizzazione, come sta avvenendo, a livello europeo, in tanti altri settori agricoli che, però, ha molti oppositori. Tanto che le principali associazioni del mondo enoico del Vecchio Continente (di tutti i maggiori produttori, dall’Italia alla Francia, dalla Spagna al Portogallo, passando per Germania e Grecia), per difendere i contenuti di una riforma considerata necessaria, hanno scritto una lettera aperta al commissario Ue all’agricoltura Dacian Ciolos ed ai Ministri dei Paesi dell’Unione Europea, denunciando il tentativo di 14 Paesi (non indicati, però, nella lettera, ndr) di far rientrare dalla finestra ciò che era stato fatto uscire dalla porta, ossia un regime restrittivo, volto a tutelare le posizioni di forza di alcuni a scapito di chi, invece, ha ancora possibilità di crescita.
Ciò che chiedono, tra gli altri, Domenico Zonin e Lamberto Vallarino Gancia, a capo, rispettivamente, di Unione Italiana Vini e Federvini, è che venga garantito quanto deciso e condiviso nei mesi scorsi: uno schema nuovo per il mondo della produzione vinicola, semplice, flessibile ed orientato al mercato, contrapposto a chi vorrebbe reintrodurre un regime restrittivo che obbedirebbe solo ad interessi domestici, senza ascoltare i protagonisti del settore, né ragionare in termini europei. Il rischio c’è, perché in sede parlamentare, quando si dovranno votare le norme di attuazione, esiste lo spazio reale per cambiare le carte in tavola. Adesso, quindi, starà all’Europa, e quindi a Ciolos, tiare le fila della discussione e garantire al mondo del vino che Bruxelles non si piegherà all’interesse di chi, come scrivono le associazioni e le organizzazioni firmatarie, vuole solo garantire “il protezionismo di viticoltori stabilmente nel cuore della produzione contro la competizione che porterebbero nuovi operatori, il protezionismo delle Denominazione d’Origine contro i vini non ad indicazione geografica (senza considerare che la complementarietà non solo è possibile, ma necessaria), il protezionismo contro i Paesi che puntano sui loro vigneti senza le restrizioni legali previste dai “14” e, in generale, il protezionismo di un gruppo ristretto di privilegiati a scapito di una gestione solidale ed armonica del vigneto Europa”.
“La paura, l’egoismo e il protezionismo non saranno di alcun aiuto per il futuro del nostro settore vitivinicolo - si legge ancora nella lettera - in Europa. Potrà, semmai, solo ostacolare lo sviluppo di uno dei più preziosi settori dell’agricoltura europea, nonché prima voce dell’export agricolo della Ue. Invitiamo quindi i nostri Governi, così come i nostri colleghi stakeholder del settore vitivinicolo, a ritrovare le giuste ambizioni per far tornare a crescere i nostri vigneti, insieme, per garantire un futuro al nostro settore e alle nostre regioni produttrici. Un cambiamento ambizioso, ora più che mai drammaticamente urgente, nel momento in cui i Paesi e l’Unione Europea stanno lottando per uscire dalla crisi economica, e mettercela definitivamente alle spalle. In conclusione , il nuovo sistema di autorizzazioni, deve rimanere semplice e flessibile per permettere all’Ocm di raggiungere l’obiettivo fondamentale di un aumento della competitività del settore vitivinicolo dell’Unione Europea, che permetta al comparto di non perdere quote importanti nel mercato mondiale”.

Focus - I firmatari della “lettera aperta” al Commissario Ue all’Agricoltura Ciolos ed ai Ministri dei Paesi dell’Unione Europea
Comité Européen des Entreprises Vins - Ceev
Federación Española del Vino - Fev
Associação dos Comerciantes e Industriais de Bebidas Espirituosas e Vinhos - Acibev
Unione Italiana Vini - Uiv
Federazione Italiana Industriali Produttori Esportatori Importatori di Vini Acquaviti Liquori Sciroppi Aceti ed affini - Federvini
Greek Wine Federation - Seo
Fédération Française des Vins d’Apéritif - Ffva
Union des Maisons & Marques de Vin - Umvin
Deutschen Weinkellereien und des Weinfachhandels - Bdww
Associação das Empresas de Vinho do Porto - Aevp
Fédération Belge des Vins et Spiritueux - Fbvs

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli