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CONSUMI INTERNI: SOLO IL 52% DEGLI ITALIANI BEVE VINO E, NEL 2013, PER LA PRIMA VOLTA, I CONSUMATORI OCCASIONALI HANNO SUPERATO QUELLI ABITUALI. NEI DATI DEL RAPPORTO ISTAT SUI CONSUMI DI ALCOLICI IN ITALIA, I MOTIVI DI UNA DISCESA INARRESTABILE

Italia
Più consumatori di vino occasionali che abituali in Italia

Solo il 52% degli italiani consuma vino (28 milioni di persone) e, per la prima volta, nel 2013 i bevitori occasionali hanno superato quelli abituali (50,5% contro 49,5%). A pesare di più, tra i consumatori abituali, sono ancora gli anziani e gli over 65, mentre la fascia d’età che rappresenta la spina dorsale produttiva del Paese, quella che va dai 35 ai 64 anni, fa segnare il calo più preoccupante, specie se si considera che i giovani (20-34 anni), hanno ancora scarso peso, con una quota che comunque si è stabilizzata negli ultimi 3 anni. Sono i dati del rapporto Istat sui consumi di alcolici in Italia nel 2013, rielaborati dall’Unione Italiana Vini (www.uiv.it), che raccontano un altro anno in calo per il vino italiano che, in casa, fa fatica a recuperare da quel trend negativo imboccato ormai da decenni. Tanto che i wine lovers sono 160.000 in meno del 2012 e, se si allarga lo sguardo alla tendenza degli ultimi 5 ani ed ai consumatori occasionali, si scopre che a cambiare, più che il numero di consumatori, sono le abitudini di consumo, che allontano sempre più il vino dalla nostra quotidianità.
I non regolari invece trovano il grosso dei loro componenti nelle fasce tra 20 e 44 anni: ma mentre quella tra 35 e 44 anni risulta ormai stabile, attorno a 3,3 milioni di individui, quella tra 20 e 34 dopo un picco registrato nel 2011, con 3,6 milioni, ha ricominciato a perdere di peso, regredendo sotto il livello del 2008, a 3,3 milioni. In crescita invece le fasce più anziane, sia quella degli over 65 (anche qui speculare con la regressione vista per la stessa fascia d’età sul lato dei regolari), sia quella tra 45-54, cresciuta di mezzo milione di individui in 5 anni. Stabile infine quella degli over 55, ormai stabilizzatasi sui 2 milioni di individui.
La nota positiva? Arriva dagli stranieri residenti in Italia, 1,4 milioni di nuovi consumatori che arrivano perlopiù da Romania, Albania ed Ucraina. Sorprende e non poco trovare i cinesi, che con 40.000 individui sono sesti dietro moldavi e polacchi. Sono queste le principali risultanze dello studio sull’uso e abuso di alcol in Italia pubblicato annualmente dall’Istat, che, per la prima volta, focalizza i consumi degli stranieri residenti nel nostro Paese, che costituiscono circa il 5% del totale della popolazione che beve vino nel nostro Paese. A livello di genere, i maschi costituiscono, anche se di poco, la maggior parte dei consumatori, con il 53% sul totale. Mentre per quanto riguarda i consumatori regolari, sono ancora i maschi a prevalere, non solo in termini assoluti, ma anche come incidenza all’interno dello stesso genere.
Per il confronto tra vino e altre categorie di alcolici, infine, la bevanda più consumata risulta la birra (1,4 milioni di persone), mentre gli altri alcolici raccolgono consenso tra poco più di 1 milione di individui. I consumatori regolari di birra, invece, sono di poco inferiori in termini assoluti a quelli del vino (344.000 contro 381.000).

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