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LA GUERRA DEL VINO TRA CINA E UE È FINITA: PECHINO E BRUXELLES HANNO SIGLATO MEMORANDUM D’INTESA, PER METTERE FINE A “QUERELLE ANTI-DUMPING” ATTRAVERSO LA COOPERAZIONE. FOCUS: VINITALY INTERNATIONAL A CHENGDU (25/28 MARZO). FOCUS: COLDIRETTI DICE ...

Le imprese europee e cinesi produttrici di vino hanno siglato un memorandum d’intesa, per mettere fine alla procedura anti-dumping avviata da Pechino, contro le importazioni di vino europeo. I cinesi avevano accusato le imprese europee di essere sovvenzionate con aiuti di stato dell’Unione Europea, anche se in realtà, la procedura anti-dumping fatta scattare da Pechino fu, soprattutto, una ritorsione contro i dazi imposti dall’Europa ai pannelli solari cinesi. L’annuncio, che mette fine a questa lunga guerra del vino, arriva giusto un giorno prima dell’inizio del viaggio del presidente cinese, Xi Jinping, in Europa. Nel memorandum, riporta l’agenzia Agi, c’è l’impegno di Pechino e Bruxelles a “risolvere la disputa attraverso la cooperazione”.

Focus - Vinitaly International, a China Food & Drinks Fair di Chengdu, evento business to business top del Paese, di scena dal 25 al 28 marzo
Le imprese del vino italiano che puntano al potenzialmente enorme business cinese, ora nel Paese del dragone hanno un grande alleato in più: è Vinitaly, che con Vinitaly International sarà per la prima volta tra i protagonisti a Chengdu, nei giorni della “China Food & Drinks Fair”, evento business to business n. 1 del settore in Cina, di scena dal 25 al 28 marzo, con oltre 120 dei più prestigiosi nomi del vino italiano (www.vinitalyinternational.com).
“Il presidio della manifestazione, considerata il cuore del mercato cinese del wine&spirtits, rappresenta un nuovo e importante tassello delle attività di Veronafiere a supporto del vino italiano - si legge in una nota - per favorire le attività di export così come quelle di incoming degli operatori stranieri nel nostro Paese. In particolare, l’investimento di Vinitaly International, è stato pensato e costruito per cogliere concretamene le enormi potenzialità di crescita dell’export vitivinicolo italiano in Cina sia attraverso una presenza mirata che attraverso strumenti finalizzati a promuovere la conoscenza dell’immensa varietà produttiva italiana oltre che lo scambio e l’incontro tra produttori e distributori. Chengdu, capitale della regione del Sichuan, è infatti il terzo più importante centro economico dell’intera Repubblica Popolare, che, nonostante la crisi mondiale, ha visto costantemente incrementare il volume di scambi con l’estero, raggiungendo un picco del 25,5% nel 2012. Un trend di crescita che si riflette anche nel mercato dell’esportazione vitivinicola italiana verso la Cina, trainato proprio dagli operatori e decision maker operanti nell’area di Chengdu”.
“Dopo il successo della presenza organizzata da “Vinitaly International” 2013 nella Hong Kong International Wine&Spirtis Fair (novembre 2013), in concomitanza con l’apertura del nostro ufficio di rappresentanza di Shangai presso l’Ice - afferma Ettore Riello, presidente Veronafiere - aggiungiamo con la tappa di Chengdu, piazza di riferimento sul mercato cinese del wine&spirits, un altro tassello importante nel sistema Vinitaly”.
“Il mercato cinese ricopre un ruolo chiave per l’export italiano - aggiunge Giovanni Mantovani, dg VeronaFiere - e sta premiando l’alta qualità della produzione vitivinicola del nostro Paese, con un incremento delle vendite dell’11% per i vini imbottigliati e addirittura dell’86% se consideriamo gli spumanti. Le potenzialità di crescita sono ancora elevate e le iniziative che Vinitaly International propone a Chengdu sono pensate proprio per consolidare il trend. Per questo, all’insegna della concretezza che ci caratterizza, abbiamo scelto il presidio del “fuorisalone” poiché è il luogo in cui si incontrano i buyer e tutti i principali importatori”.
“Vinitaly International, per la prima volta, affianca ai produttori una folta schiera di importatori di vino italiano - sottolienea Stevie Kim, managing director di Vinitaly International - provenienti dalle quattro città di prima fascia, Pechino, Guangzhou, Shenzhen e Shanghai, e da una città importante nel mondo vitivinicolo cinese come Qingdao. Mai prima d’ora in Cina sono stati raggiunti così alti livelli di interesse e partecipazione legati al settore vitivinicolo italiano”.
Nella “tre giorni” dedicata ai produttori e operatori del settore, nell’area expo del Kempinski Hotel, si alterneranno momenti di incontri business e di formazione: sessioni di degustazione, come i “Walk Around Tasting”, e percorsi didattici articolati su diversi livelli, con le lezioni della “Vinitaly International Academy”, guidate dal direttore scientifico Ian D’Agata, che approfondiranno temi specifici legati al settore vinicolo italiano, con particolare focus sulle più importanti aree di produzione, sui vini toscani e sulle “Famiglie dell’Amarone”, e le “Vinitaly International Master Class”.

Focus - La Coldiretti: “con - 33% crolla l’export in Cina … Bene lo stop all’inchiesta”
Si inverte la tendenza e crollano, per la prima volta, le esportazioni di vino italiano in Cina con un calo del 33% in quantità, ma a diminuire è anche il valore che scende a 74,8 milioni di euro nel 2013 ai 77 milioni del 2012. Emerge da un’analisi della Coldiretti (ma anche da precedenti analisi e da cifre di altre organizzazioni italiane e non, ndr) a commento dell’annuncio da parte della Cina di aver chiuso l’inchiesta sul vino europeo per dumping grazie ad una intesa raggiunta tra le “organizzazioni professionali” della Cina e dell’Ue che hanno firmato un “protocollo d’accordo”.
“E’ stato premiato il nostro impegno - ha sottolineato la Coldiretti - per fermare una ritorsione ingiusta alle imposte aggiuntive decretate dall’ Europa per i pannelli fotovoltaici di fabbricazione cinese. Una situazione di incertezza che - ha continuato la Coldiretti - ha contribuito a frenare le esportazioni Made in Italy che si sono ridotte addirittura di 1/3 in quantità nel corso del 2013, in cui peraltro per la prima volta la Cina diventa il maggior consumatore mondiale di vino rosso, con un sorpasso nei confronti di Italia e Francia”.
“Si tratta del risultato - ha precisato la Coldiretti - di un incremento record dei consumi di vino rosso nel gigante asiatico pari 136% sul 2008, mentre nello stesso periodo si è verificato un calo del 18% in Francia e del 5,8% in Italia. Se si considera, però, anche il vino bianco la Cina si colloca al quinto posto tra i maggiori consumatori.
“La maggioranza del vino consumato in Cina è di produzione locale, anche se le importazioni rappresentano - ha concluso la Coldiretti - complessivamente una quota di mercato di 19%”.

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