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LA “GRAN SELEZIONE” DEL CHIANTI CLASSICO HA APPENA INIZIATO IL SUO CAMMINO, MA HA GIÀ APERTO UN’ALTRA STRADA: QUELLA DELLE “DENOMINAZIONI COMUNALI” DEL GALLO NERO, PER DISCUTERE DELLA “ZONAZIONE TERRITORIALE”. I COMMENTI DI CONSORZIO & PRODUTTORI

La “Gran Selezione”, il nuovo vertice qualitativo del Chianti Classico, che ha appena debuttato, ha già aperto un’altra strada per il Gallo Nero: quella della valorizzazione delle frazioni e delle singole aree più vocate attraverso strumenti come le “denominazioni comunali”. Così da esaltare e comunicare al meglio le differenze e le specificità dei diversi territori che formano il Chianti Classico, da Barberino Val d’Elsa a Castellina in Chianti, da Castelnuovo Berardenga a Gaiole in Chianti, da Greve in Chianti a Poggibonsi, da Radda in Chianti a San Casciano Val di Pesa e Tavarnelle Val di Pesa. Se ne è discusso, nella “Chianti Classico Collection”, oggi, a Firenze. Per il presidente del Consorzio del Chianti Classico, Sergio Zingarelli, “si è appena concluso un lavoro che ha richiesto due legislature del Consorzio. Questo non è un punto di arrivo ma di passaggio. Uno degli argomenti sul tavolo è come studiare una suddivisione, probabilmente territoriale, a partire dalla Gran Selezione. Ma i tempi non sono immediati perché mettere d’accordo 600 soci non è semplice. Sicuramente non ci fermiamo qui, e lavoriamo per il futuro”.
Ma “finalmente, il tema non è più un tabù. La strada indirizzata è giusta ed è solo un inizio”, ha aggiunto Giovanni Manetti (Fontodi), mentre Francesco Mazzei (Castello di Fonterutoli) ha sottolineato come “per la prima volta, si possono valutare i vini di un singolo comune e riflettere se ci sono caratteristiche che negli anni si ripetono. È un punto partenza serio per affrontare la questione delle frazioni e delle denominazioni comunali”.
Ma se questo è il futuro di cui parlare, il presente è, per l’appunto, la Gran Selezione, presentata ieri, nel Salone dei 500 di Palazzo Vecchio, a Firenze. Un’operazione messa in campo per dare ulteriore slancio al Chianti Classico, valorizzare un’eccellenza produttiva che non aveva una sua categoria definita, e di cui si è discusso tra i vertici del Consorzio e giornalisti italiani e stranieri, animati dal giornalista de “Il Sole 24 Ore” ed “gastronauta” David Paolini, in vero e proprio “ring”, come è stato battezzato, che, alla Stazione Leopolda di Firenze, ha visto un serio confronto sulla nuova eccellenza del Gallo nero, sviscerandola in tutti i suoi aspetti e aspirazioni. Come ha ribadito Zingarelli, presidente del Consorzio e patron di Rocca delle Macie, la “Gran Selezione” è “una nuova tipologia che raggrupperà le nostre eccellenze. Una assoluta novità per noi e a livello italiano. In questi anni aziende e consorzio hanno investito e migliorato moltissimo il Chianti Classico, ma malgrado questo l’immagine del Gallo Nero era un po’ polverosa. Le grandi punte di diamante del territorio del Chianti Classico non erano, infatti, i Chianti Classico, ma alcuni Supertuscan. La “Gran Selezione” ha lo scopo di valorizzare le eccellenze e l’immagine per riportare il Chianti Classico al vertice della piramide produttiva, a fianco dei Supertuscan, che, invece, sono Igt”.
Secondo Francesco Mazzei (Castello di Fonterutoli), è un riconoscimento “ad una serie di aziende che da anni facevano vini di fascia alta e che non avevano il dovuto riconoscimento del cru. È un riconoscimento al lavoro, per ottenere il quale abbiamo dovuto affrontare tanti problemi di ordine burocratico e non solo”. Anche per Giovanni Manetti (Fontodi), il lancio della “Gran Selezione” è un treno “che andava colto ed era importante metterci la faccia. Sono molto ottimista e positivo ed è un progetto che riporta la terra in primo piano e rafforza il rapporto tra vino e territorio. C’è una volontà di intenti, tutti dobbiamo essere coscienti del valore del nostro territorio”.
Anche Giuseppe Liberatore, direttore del Consorzio del Gallo Nero, ha ribadito la sua convinzione che questa operazione “aiuterà tutto il Chianti Classico a salire. Altro aspetto è che anche la Riserva è cambiata, e tutti i produttori dovranno chiedere una certificazione per il tipo di vino che intendono produrre (ovvero dichiarare subito se le uve saranno destinate ad annata, Riserva o Gran Selezione), mentre le commissioni assaggio valuteranno i vini dal punto di vista organolettico, a seconda della loro tipologia. Fino a qualche tempo fa non era così”. Liberatore ha anche sottolineato come la “Gran Selezione” sia “un Chianti Classico a tutti gli effetti con un disciplinare che prevede minimo l’80% di Sangiovese e per il resto vini da bacca rossa” impiegando le migliori uve provenienti da vigneti di proprietà dell’azienda, o da un singolo vigneto, come nel caso dei cru. E ha chi ha chiesto se, con questa svolta, ci sia da aspettarsi un’impennata dei prezzi del Gallo Nero, Manetti (Fontodi) ha voluto precisare che “non è un fatto speculativo, e i prezzi degli altri vini non sono cambiati. Semplicemente, la “Gran Selezione” avrà posizionamento su fascia più alta”.

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