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È UN MINUSCOLO INSETTO DI APPENA 3 MILLIMETRI, LA DROSOPHILA SUZUKII. AVVISTATO PER LA PRIMA VOLTA IN GIAPPONE, NEL 1916, DA QUALCHE TEMPO HA PRESO DI MIRA ANCHE FRUTTETI E VIGNETI IN ITALIA. MA NON È EMERGENZA. SE NE È PARLATO IN VALPOLICELLA

Italia
Ecco il minuscolo insetto Drosophila SuzuKii

È un minuscolo insetto grande appena 3 millimetri, si chiama “Drosophila Suzukii”, ed è stato avvistato per la prima volta in Giappone, nel 1916. Ma poi il minuscolo moscerino si è spostato prima alle Hawai, poi in California, e nel 2008 è stato trovato per la prima volta in Europa, in Spagna. Ma nel 2009 è arrivato anche in Italia, e sebbene ad oggi non rappresenti un’emergenza, potrebbe essere un problema in più da affrontare per i viticoltori del Belpaese. L’insetto, infatti, che ama frutti carichi di zuccheri dove deporre le uova, ciliegie in primis, si sta diffondendo anche tra le vigne. Se ne è parlato nell’incontro promosso dal Consorzio per la Tutela Vini Valpolicella, in cui sono intervenuti Renzo Caobelli, agronomo del Consorzio che curerà l’attività di monitoraggio sul territorio, ma anche Luisa Mattedi della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, che ha portato i dati e le esperienze raccolte dall’osservazione della Drosophila Suzukii in Trentino.
Un insetto fastidioso, che per deporre le uova è in grado di perforare la buccia dei frutti: fragole, mirtilli, lamponi, ciliegie, more, pesche, mele, pere, fichi e cachi. Ma soprattutto frutti di piante selvatiche come caprifoglio e sambuco. L’uva, dunque, ad oggi, secondo la relazione di Caobelli, costituisce comunque una forma di alimentazione secondaria, ma non per questo nei vigneti si può abbassare la guardia. Anche perché, come è emerso dall’incontro, non esistono metodi di contrasto molto efficaci, neanche chimici, poiché spesso le popolazioni debellate dai vigneti, vengono rimpiazzate da esemplare adulti che si riproducono in zone boschive non soggette a trattamento. A preoccupare, in Valpolicella, sono soprattutto i possibili attacchi della Drosophila Suzukii ai fruttai dove vengono appassite le uve che danno vita ad Amarone e Ripasso.
Ad oggi, insomma, sembra che il miglior deterrente sia la pulizia dei grappoli, l’eliminazione degli acini rotti a terra nel fruttaio che possono fungere da attrattivo, il controllo della presenza di uova sull’uva che entra in fruttaio, la gestione delle temperature e l’utilizzo di reti sulle finestre. Ma non si tratta, come già detto, di emergenza. Preoccupa molto di più, ad esempio, la presenza di botrite ...

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