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I PRODUTTORI DI BORDEAUX, SERIAMENTE COLPITI DALLA GRANDINE, POTRANNO ACQUISTARE VINO SFUSO DELLA DENOMINAZIONE PER SALVAGUARDARE I VOLUMI. MA NON IMBOTTIGLIARLO CON IL NOME DELLO CHATEAU. LA MISURA DI EMERGENZA NELLA REGIONE DELLA GIRONDA

Il territorio di Bordeaux in Francia è stato uno dei più colpiti dal maltempo. Basti pensare che nel distretto della Gironda, ben 350 cantine hanno perso l’80% dei grappoli, per un valore del danno stimato in 70 milioni di euro, e più del 70% di queste non erano assicurate contro danni di questo tipo al raccolto. Ma i produttori, facendo “lobby”, attraverso il Bordeaux Wine Bureau (Civb), sul Ministro dell’Agricoltura francese Stéphane Le Foll, hanno ottenuto la possibilità di rifornirsi di vino sfuso prodotto comunque dentro la denominazione, per salvaguardare volumi di produzione e non mettere così a rischio migliaia di posti di lavoro, oltre che il loro business. Ovviamente le regole sono ferree: per le bottiglie così prodotte non sarà possibile utilizzare il nome dello Chateau in etichetta, ma solo il termine “cuvée” o simili, e tutti i lotti di vino acquistato saranno controllati per assicurare che la qualità sia a livelli accettabili. E comunque tutte le transazioni dovranno passare per broker autorizzati. La possibilità di comprare vino sfuso da imbottigliare, poi, sarà concessa soltanto ai produttori che hanno perso più del 30% della produzione (sulla media degli ultimi 5 anni), e il volume di vino acquistato non potrà comunque superare l’80% della produzione (sempre sulla media degli ultimi 5 anni).

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