02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

ROSATO, VINO MORBIDO, FRESCO E VIVACE, CHE TRASMETTE ALLEGRIA, PIACEVOLEZZA, ELEGANZA FEMMINILE. ESPERTI A CONVEGNO: “IMMAGINE MODERNA, CHE LO PORTA A SUCCESSO, MA PRODURLO E’ SCELTA PRECISA. NON PENSATO PER CHI VUOLE VINO LEGGERO E POCO IMPEGNATIVO”

Italia
Sta crescendo la passione per i rosati d’Italia

“Sono soprattutto i giovani tra 20 e 29 anni a berlo (rappresentano il 38% dei consumatori di questo vino) e tra 30 e 39 anni (29% del campione), principalmente a casa nei pasti (42%) e in enoteca o al bar per l’aperitivo (31%); tre consumatori di rosato su cinque (63%) preferiscono quello frizzante e il 43% dichiara di averlo bevuto nell’ultimo mese. I consumatori, dunque, non scelgono di acquistare un vino rosato perché lo hanno letto su qualche rivista, ma vogliono provare qualcosa di diverso e abbinarlo con il cibo. Il rosato è un vino che può essere consumato sia in montagna che al mare per accompagnare, oltre che il pesce, anche la carne. Questo evidenzia anche il gap informativo e promozionale di questo vino, consumato principalmente nelle zone dove è prodotto e conosciuto. Ed anche l’immagine evocata dal rosato nei consumatori è moderna e interessante: un vino morbido, fresco e vivace, che trasmette allegria e piacevolezza ricordando l’eleganza di una donna. E per le cantine produrre rosato rappresenta una scelta precisa, una sfida, in quanto non è affatto facile produrlo, non essendo pensato per chi vuole un vino leggero e poco impegnativo”. Così, oggi, ad Otranto, in una delle perle del Salento, uno dei territori più amati per turismo ma anche per enogastronomia (non a caso è tra le mete mondiali 2013 della rivista Usa “Wine Enthusiast”, ndr), il docente di Economia dell’Impresa Vitivinicola del Dipartimento di Economia Aziendale dell’Università di Verona, Davide Gaeta, ha tracciato, con la collaborazione delle professoressa Paola Corsinovi, in un convegno internazionale, promosso dalla Regione Puglia, in partenariato con Assoenologi, Accademia Italiana della Vite e del Vino e Unioncamere Puglia, con l’autorizzazione del Ministero delle Politiche Agricole, un breve ma interessante ritratto dei consumatori di rosati; un lavoro di ricerca che ha definito ed eletto “il rosato, vino di grande versatilità, come il vino dei giovani”.
Una conferma arrivata sia dalle parole del presidente dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino Antonio Calò, che ha confermato “che non si tratta di una moda passeggera, quella dei rosati, ma di una vera tendenza che il nostro Paese, ricco di potenzialità in questo campo, deve saper cogliere”, che da quelle di Rocco Di Stefano, già direttore dell’Istituto Sperimentale Enologia: “certamente i vini rosati - ha spiegato Di Stefano - stanno vivendo un periodo estremamente positivo e, se fino a ora avevano il proprio principale mercato in Francia, da qualche anno questa tipologia enologica è tra le più richieste e apprezzate in tanti mercati internazionali, dove si ricercano prevalentemente due proprietà fondamentali: aromi varietali e un colore resistente nel tempo, caratteristiche strettamente legate a particolari accorgimenti tecnologici di produzione. Oggi, attraverso le moderne tecnologie di produzione, c’è un ritorno ai vecchi e autentici sapori dei rosati, ed è possibile ottenere vini che abbiano colori resistenti nel tempo, aromi varietali e sapori più pieni. Se per i vini bianchi esiste una certa determinazione della scala dei colori e per i rossi una più ampia varietà, il ventaglio cromatico diventa ancor più vasto per i vini rosati, andando dalla buccia di cipolla al porpora tenue”.
“Una sfida produttiva che la Puglia ha assunto appieno - ha spiegato l’Assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia, Fabrizio Nardoni, che ha voluto proseguito questo concorso nazionale (www.concorsorosatiditalia), creato dal suo predecessore Dario Stefàno, oggi senatore e componente della Commissione Agricoltura - e che la Regione ha vinto contro il pregiudizio su una specialità enologica, superficialmente poco considerata negli anni passati, e che invece, sempre più riscoperta dai consumatori italiani ed esteri, dimostra grande carattere e versatilità oltre che un importante e delicato lavoro di vinificazione e tecnica enologica alle spalle Un lavoro culturale prima ancora che promozionale che la Puglia conduce dimostrando la strategicità, anche a fronte dello sviluppo del mercato, di questo appuntamento”.

Focus - “Rosati d’Italia”, ecco i migliori per il Concorso ...
I sei vini rosati più buoni d’Italia? Sono il pugliese Salento Igp Merula Rosa 2012 della Cantina Carvinea, l’abruzzese Cerasuolo d’Abruzzo Doc Fantini 2012 della Farnese Vini, il Lambrusco di Modena Doc Rosato frizzante semisecco Rosa di Primavera 2012 della Cantina di Carpi e di Sorbara, il lombardo Rosato frizzante dolce Mosca Rosa 2011 dei Fratelli Giorgi (Pavia), lo spumante veneto dry Venezia Doc Rosè Canal Grando della Casa Vinicola Bosco Manera e il Manzoni Moscato Spumante di qualità aromatico dolce 2012 della veneta Cantina Colli Euganei; il premio speciale (vino, senza medaglia, dal punteggio più alto tra tutte le sezioni di concorso) è stato assegnato al Puglia Igt Rosato Monrose 2012 dell’Azienda Agricola Primis. Ecco, dunque, il verdetto dei “Rosati d’Italia”, concorso enologico nazionale, promosso dalla Regione Puglia, con la regia dell’Assoenologi che, oggi, ad Otranto, in Puglia, celebra la migliore produzione di questa tipologia (363 vini per 6 sezioni - Tranquilli Doc/Dop, Tranquilli Igt/Igp, Frizzanti Doc/Dop, Frizzanti Igt/Igp, Spumanti Doc/Dop, Spumanti Vsq - con 262 cantine in gara), che sta incontrando tanto interesse nei consumatori italiani e di tutto il mondo e con grandi prospettive di crescita. Questi vini (che hanno vinto le medaglie d’oro dei “Rosati d’Italia”) potranno, quindi, fregiarsi del “titolo” in etichetta e, quindi, comunicare l’importante risultato direttamente al consumatore. Le regioni che hanno conseguito i migliori punteggi (con le diverse medaglie) sono state: Veneto, primo, Emilia Romagna e Puglia, seconde, quindi Abruzzo, Lombardia e Campania.
Info: www.concorsorosatiditalia.it

Focus - Le migliori bollicine rosè italiane? Sono quelle di Cantine Ceci, “incoronate” dal contest britannico “International Wine Challenge”
Le migliori bollicine rosè italiane? Sono quelle di Cantine Ceci, tra le realtà leader del Lambrusco, che si porta a casa tanto del medagliere dell’“International Wine Challenge”, la prestigiosa competizione enologica made in Uk. Al top, l’Otello Rosé, che conquista il Regno Unito e si aggiudica la Medaglia d’Oro, sbaragliando la concorrenza fatta di migliaia di etichette in concorso da tutto il mondo, e soprattutto dalla Francia, patria delle bollicine per tradizione.
Info: www.lambrusco.it

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli