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LO CHAMPAGNE PIANGE LA MORTE DI HENRI KRUG, ALLA GUIDA DELLA CELEBRE MAISON DAL 1977 AL 2002. MA, INTANTO, IL TERRITORIO SUPERA LE DIVISIONI E PIANIFICA IL FUTURO CON “PROJECT 2030”: COMPRENSIONE E POSIZIONAMENTO SUI MERCATI E RICAMBIO GENERAZIONALE

Italia
Il terroir della Champagne

Lo Champagne piange la morte, a 76 anni, di Henri Krug, alla guida della celebre maison dal 1977 al 2002, prima e dopo che uno dei marchi più celebri delle bollicine francesi (diventato tale anche grazie all’impegno di Henri e del fratello Remì, entrasse nel gruppo del lusso Lvmh. Ma, intanto, il territorio guarda al futuro, e cercando di superare le divisioni interne tra produttori di uva e proprietari di brand e a maison, e tra chi, ad esempio, vorrebbe allargare il territorio di produzione e chi si oppone, cerca di pianificare il futuro.
L’Associatione Viticole Champenois, infatti, ha lanciato il suo “Project 2030”, una sorta di piano strategico per rimanere uno dei territori leader del vino mondiale (il cui giro d’affari, 4,3 miliardi di euro nel 2012, da solo vale quasi e quasi quanto l’export di tutta l’Italia enoica, ndr). Un piano, insomma, per mettere in campo (e in chiaro) strategie comuni che tutti dovranno seguire nell’interesse del territorio e delle sue realtà imprenditoriali. Una necessità partita da una semplice riflessione: in 40 anni, tra il 1971 e il 2011, il volume di produzione (oggi siamo vicini al limite di 370 milioni di bottiglie calcolato su una media di 124 quintali di uva a ettaro) è cresciuto del 28%, ma il valore è cresciuto “solo” del 4%. E nell’ultimo anno il prezzo medio a bottiglia è rimasto pressochè stabile, mentre il prezzo delle uve, nelle ultime tre vendemmie, è cresciuto del 3% all’anno.
L’obiettivo, dunque, è quello di tornare a creare valore aggiunto, da conseguire, secondo il piano, cercando di capire meglio le nuove dinamiche che si stanno sviluppando nei mercati di tutto il mondo, per trovare il miglior posizionamento di prezzo possibile e permettere al territorio di continuare a prosperare nei prossimi decenni. Altro aspetto che nella Champagne è nell’attenzione dei produttori, è quello del ricambio generazionale in atto, e che richiede grandi liquidità: il valore di un ettaro di terreno vitato è in media di 1 milione di euro, e le tasse di successione sono altissime, al punto che tal volta, per le maison più piccole o per i coltivatori di uva, diventa quasi impossibile la trasmissione “di padre in figlio delle proprietà”.

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