02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

VENDITE IN CRESCITA DEL 5-10%, PREZZI DELLO SFUSO IN AUMENTO PER PRODUTTORI, OK MERCATI ESTERI. TREND POSITIVO PER IL CHIANTI ... E TENDE LA MANO A “CUGINI” DEL “CLASSICO” PER STRATEGIA COMUNE. IL CHIANTI CHIEDE LEGGE A SOSTEGNO DEL VINO ITALIANO

Italia
Il Chianti, uno dei simboli della Toscana

Una crescita costante delle vendite, nell’ordine del 5-10%, che ormai da tre anni va consolidandosi di annata in annata, grazie soprattutto all’export che assorbe il 70% della produzione. Sono i numeri del Chianti, comunicati dal presidente del Consorzio Giovanni Busi, a Firenze, nell’“Anteprima” delle nuove annate (presenti 60 aziende che, nei banchi d’assaggio, hanno proposto le annate 2011, 2010, 2009 e Riserve: tra i migliori assaggi, anche se è difficile scegliere nella proposta di un territorio tanto vasto e variegato come quello del Chianti, per lo staff di degustazione di WineNews (Paola Cambria), da segnalare le annate 2012 di Podere Volpaio, Ruffino, Montaioncino, Gentili e Fattoria Dianella).
“Stiamo sicuramente vivendo un momento favorevole - commenta Busi - e questo non può che farci gioco ma non dobbiamo dimenticare che qualche anno fa il prezzo allo sfuso si aggirava intorno al 50% del costo”. Oggi quel prezzo si aggira intorno ai 120-140 euro ad ettolitro ed è tornato finalmente ad essere remunerativo per i produttori. Nel 2012, a causa dell’andamento climatico, la produzione di Chianti è stata inferiore del 12,2% , attestandosi a quota 674.000 ettolitri, a fronte di 800.000 ettolitri venduti. Un risultato che contribuisce a ridurre fortemente “l’odiato fenomeno” delle giacenze in cantina. Complessivamente, il Chianti conta un estensione di 15.000 ettari con varie sottozone, 3.600 produttori ed una produzione media di 800.000 ettolitri pari a 105 milioni di bottiglie, per un giro d’affari di 300 milioni di euro l’anno.
“I risultati raggiunti - aggiunge Busi - non devono, però, indurre ad abbassare mai la guardia, bisogna continuare a cercare nuovi spazi e mercati, e fare in modo che i prezzi di vendita dell'imbottigliato non si alzino troppo se non vogliamo essere penalizzati, specie dalla grande distribuzione estera. Dobbiamo aumentare il nostro mercato - dice ancora - specie per quelli emergenti anche se ci sono molte difficoltà, come ad esempio, la burocrazia o i dazi in Russia o la mancanza di un vero sistema di distribuzione e di importazione in Cina”.
Proprio la Cina, rappresenta oggi il 4% delle vendite di Chianti ma in futuro la quota è destinata a crescere. Accanto ai paesi emergenti si posizionano poi i mercati più tradizionali e consolidati come gli Usa (che assorbono il 17% della produzione) la Germania (32%), o il Regno unito (12%).
L’Italia vale, invece, il 30%, e qui i vini Chianti hanno un costo che varia dai 6 euro dello scaffale della gdo ai 15 dei ristoranti. Sul Chianti pesa, poi, da sempre, l’ombra dei “cugini” del Chianti Classico, ma se in passato il rapporto è stato molto conflittuale oggi i due territori potrebbero guardarsi con altri occhi. Continuare a farsi la guerra, secondo Busi, “non ha senso. Entrambi rappresentiamo la parola Chianti e chiunque nel mondo conosce e vuole il Chianti. Serve un nuovo piede di partenza e per questo ho chiamato nei giorni scorsi il presidente del Chianti Classico Sergio Zingarelli per invitarlo a incontrarci e vedere se è possibile individuare insieme punti di contatto, strategie comuni. In fondo siamo della stessa famiglia”. Il presidente Busi ricorda anche che “la produzione italiana di vino ammonta a 40 milioni di ettolitri, 16 milioni di ettolitri se contiamo esclusivamente l’imbottigliato. Chianti e Chianti Classico insieme equivalgono a una produzione di 1,1 milioni di ettolitri”. Un motivo in più per cercare di lavorare insieme.
Info: www..consorziovinochianti.it

Focus - Il Chianti invoca una legge a sostegno del vino italiano
Il mondo del vino è una delle punte di diamante del made in Italy e per questo è necessaria una legge nazionale di sostegno ai viticoltori che hanno bisogno di investire per rinnovare i propri vigneti. E’ la richiesta del presidente del Consorzio del Chianti, Giovanni Busi lanciata a Firenze nell’“Anteprima Chianti”.
“Serve un aiuto del Governo per dare una mano ai viticoltori che vogliono investire in nuove vigne. Solo nel Chianti abbiamo 6-7.000 ettari di vigneti da rifare e in un momento di crisi questo è davvero difficile. I viticoltori non devono essere lasciati da soli”.
Busi ha ricordato che “abbiamo chiesto aiuto al mondo del credito e al Governo, dato che tutti, anche gli astemi, godono della bellezza del Chianti. Questo ci permetterà certamente di innalzare ancora di più la qualità nel bicchiere”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli